Antonio Fortunato
Per non andare molto indietro nella Storia parto dall’Unità d’Italia del 1861 per analizzare i comportamenti dei governanti italiani e dell’apparato amministrativo. Con la caduta dei Borboni, nel sud Italia, i nobili, i notabili e tutto il sistema burocratico indossarono la maglia dei garibaldini per comandare con gli stessi metodi con la casa Savoia (che bel regalo ci ha fatto Garibaldi!).

Togliatti nel governo di unità nazionale dopo la caduta del fascismo fece un decreto di amnistia per i responsabili di reati minori nel ventennio per rappacificare il popolo italiano. Se non ché dopo l’estromissione del Partito Comunista Italiano dal governo nel 1947 le ex camicie nere vestirono la camicia bianca della Democrazia Cristiana.
Da qui è partita l’occupazione dello Stato da parte del partito dello scudo crociato per tenere lontano il Partito Comunista Italiano dal governo del paese. Logicamente gli Stati Uniti muovevano i fili del potere riducendo l’Italia a uno stato a sovranità limitata. Noi italiani non abbiamo avuto una Norimberga come in Germania, una rivoluzione come in Francia e in Russia con cui venivano sostituite una vecchia classe politica. Siamo andati avanti sempre vivendo nella melma, nell’ombra dove ognuno poteva fare ciò che più gli conviene per assicurare al partito di governo quei consensi che gli permettessero di avere assicurato una maggioranza in Parlamento. Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa dice tutto.
Nel paese si crearono troppe ingiustizie, troppe differenze tra le classi sociali; nella Pubblica Amministrazione la corruzione, il malaffare si svilupparono man mano con altri poteri ancora più forti, la mafia in Sicilia, la camorra nella Campania e la Ndrangheta in Calabria con la benedizione della classe politica (e molte volte anche della Chiesa) che traeva i suoi benefici con finanziamenti illeciti ai partiti che rappresentava e con Craxi si diffuse la corruzione per fini personali.
Fino a quando nel luglio del 1981 l’onorevole Enrico Berlinguer segretario generale del Partito Comunista Italiano, in una intervista a Eugenio Scalfari di Repubblica denunciò tutto ciò mettendo sotto accusa i Partiti perché non fanno più politica, sono soprattutto macchine di potere e di clientela che hanno occupato lo Stato e tutte le sue Istituzioni a partire dal Governo.
Hanno occupato inoltre gli Enti Locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la RAI TV, alcuni grandi giornali.
Pose in poche parola la “questione morale” a partire dai partiti per estenderla a tutta la società se il popolo italiano voleva uscire dalla crisi economica-sociale e morale in cui versava. La sua voce non fu ascoltata, sembrava il Giovanni Battista nel deserto, e l’Italia continuò ad andare alla deriva fino a sbattere contro “mani pulite”, la grande inchiesta che contribuì alla scomparsa del grandi partiti tradizionali di governo DC PSI e alla condanna di molti esponenti dello stesso.
Dal 1994 entra in scena Berlusconi.
Le cose cambiano ma in peggio.
Nel senso che i partiti politici non contano più in quanto si afferma il liderismo. Berlusconi occupa il potere per le leggi ad personam; i capi degli altri partiti impongono sempre di più la loro leadership con gravi conseguenze per la democrazia italiana. La cosa si riporta pari-pari anche in periferia: elezione diretta dei presidenti di Giunta regionale, elezione diretta dei sindaci, ed elezione dei presidenti delle Province anche se da qualche tempo svolgono funzioni ridotte.
In questi Enti si è spostato tutto il sistema del malaffare: negli appalti, negli incarichi per le progettazioni, per la consulenze, per le concessioni e ahimè, arriviamo al punto dolente nei concorsi pubblici.
Scandalo venuto alla luce in questi giorni proprio nella nostra Basilicata. Se le accuse venissero confermate e io mi auguro nella maniera più assoluta di no, per noi che abbiamo votato e creduto negli uomini che rappresentavano la sinistra di governo, la delusione, lo sgomento e l’amarezza sarebbero avvertiti nel profondo dell’anima. Come dicevo prima l’attività dei governi nazionali e locali è sempre stata costellata da episodi di corruzione; e ciò nonostante abbiamo continuato a votare per la sinistra pensando sempre di scegliere il male minore. Ma difronte a tanti episodi negli ultimi anni (vedi CONSIP del Ministro Lotti, Roma Capitale delle cooperative, rimborsi illeciti, conflitti di interessi nelle banche e via dicendo) gli elettori hanno dato una lezione ai partiti corrotti e si sono affidati a partiti e movimenti nuovi con la speranza che qualcosa cambi.
Già Gaber si chiedeva dov’è la destra e dov’è la sinistra; quindi porsi il problema che la destra e la sinistra non siano le espressioni di questi movimenti è puramente marginale. Il gatto o è bianco o è nero non importa purché acchiappi i topi. Se parliamo di scandali nazionali e regionali sembra che l’argomento non ci tocchi da vicino; ma se consideriamo i concorsi pubblici nei comuni e tutto i malaffari che ruotano attorno possiamo notare che i fruitori appartengano alla stessa parrocchia degli amministratori siano essi di centro, di destra o di sinistra.
Come abbiamo sempre notato quando c’erano i collegi elettorali provinciali la nomina di cantonieri, bidelli e altro personale veniva direttamente fatta dai consiglieri o assessori di turno. Tutto questo fa male; fa morire finanche la speranza nei giovani.
Fa male anche a chi si presta a questi atti di corruzione. Infatti, la dirigente dell’ASM (Azienda Sanitaria di Matera) prova rimorso pensando a ciò che ha fatto e a quello che potrebbe subire la figlia laureata in Giurisprudenza con ottimi voti in eventuali concorsi se tutti si comportassero come si è comportata lei.
Il Vangelo di Matteo (7..12) ci da il seguente insegnamento: “tutte le cose dunque che volete che gli uomini vi facciano, voi dovete similmente farle loro”.
P.S.:
Conosco amministratori che non si sono macchiati di queste malefatte.