Antonio Fortunato
Con l’arrivo dell’anno nuovo, dopo i primi giorni di grande freddo, abbiamo avuto una copiosa nevicata al Sud Italia.
Nella società odierna le nevicate vengono considerate “calamità” belle e buone. Perché alla luce dei fatti arrecano disagi nei trasporti e in tutte quelle attività programmate e indifferibili. Le Scuole di ogni ordine e grado vengono chiuse; le attività edilizie e i cantieri sospesi; le aziende agro-zootecniche vanno in sofferenza per alimentare il bestiame e le gelate colpiscono i prodotti orticoli pregiati. Nel passato invece la neve veniva vista come una manna dal cielo.
Sotto la neve pane, sotto la pioggia fame.
Tutte le attività si fermavano con naturalezza e ciò costituiva un riposo piacevole e necessario per i contadini, operai, artigiani.

La neve quando si scioglieva alimentava le sorgenti del territorio e quindi c’era la provvista di acqua per l’estate. E poi la neve costituiva la materia prima per alimentare ‘a nevere, la neviera. Essa è un anfratto in prossimità della cima del monte Caramola (massiccio del Pollino) in cui si raccoglieva la neve per poi utilizzarla d’estate per preparare sorbetti o per tenere in fresco cibi o altro, quando non c’erano i frigoriferi e i gelati confezionati. L’ultima addetta alla utilizzazione della neviera fu za’ Trisina a Pitecca o ‘a Varlare, Teresa Vitale, la quale in autunno la puliva, vi raccoglieva la neve pressandola e a inizio primavera la copriva con le foglie di faggio e di felci per isolarla dai raggi del sole.
In estate,tagliata a grossi pezzi e trasportata con gli asini o i muli, la vendeva anche nei paesi vicini (Chiaromonte, Fardella, Senise,

Successivamente i sorbetti venivano preparati dal nostro compianto Prospero Oliveto, fotografo, gelataio,

Con il boom economico degli anni ’60, i frigoriferi si diffusero in tutte le famiglie, l’industria del gelato si sviluppò su scala nazionale sostituendo questi artigiani del freddo. Oggi per gustare un gelato o granita preparati artigianalmente ci possiamo rivolgere a ottime gelaterie in tutta Italia. Anche da noi ci sono bravi gelatai. Ma il sapore che avevano quelli che gustavamo da piccoli non lo possiamo mai trovare oggi, perché la fanciullezza ci fa vedere le cose in un altro modo.
Questo “pezzo” che ho letto con molta avidità e compiacimento, mi ha trasmesso antichi ricordi e sapori di un tempo. Ad es. i “Surbetta di orzata, menta e amarena preparati dall’ indimenticabile Prospero Oliveto, (Fotografo, gelataio e tutto fare) il Bar di Saverio Console, nella variante, dove prendevo il gelato e gli dicevo al buon Saverio in sotto voce ” dopo passa papà.” Oggi, se chiudo gli occhi, e mi metto a riflettere, ricordo tutte le fasi della mia infanzia e pre-adolescenza vissuta a Francavilla in cui era tutto suggestivo ed erano i giorni ” del maggior incanto e della più vigorosa immaginazione.”