Francavilla: Passatordi Palombaro, due famiglie e la storia del primo insediamento produttivo.

La storia di Francavilla in Sinni ha subito una svolta positiva proprio tra gli anni 40 – 60, con l’avvento delle famiglie Passatordi e Palombaro.

Non siamo a conoscenza di come i due capostipiti si siano incontrati e come abbiano progettato questa magnifica avventura proprio a Francavilla in Sinni, ma un dato è certo: il connubio, Passatordi – Palombaro, ha dato, al nostro paese, la dignità del lavoro, in un momento molto difficile, il dopoguerra, caratterizzato da povertà, da fame, da indigenza abitativa e da difficoltà sociali.

I loro campi d’azione erano i boschi del territorio calabro – lucano – campano, per il prelievo della materia – prima, il legname, ed una grande segheria impiantata a Francavilla in Sinni, ben attrezzata con macchinari all’avanguardia, relativamente ai tempi, per la lavorazione dello stesso.

Qui hanno trovato occupazione circa 850 operai, di ambo i sessi, qualificati nei vari settori, sia amministrativi sia tecnici.

I fratelli Passatordi: Giovanni, Biagio ed Antonio, figli di Pasquale e Lavinia, erano originari dell’Umbria (San Venanzio).

Giovanni aveva sposato Maria Mele, la seconda di tre sorelle, originaria di Aliano (PZ), la cui famiglia aveva ospitato, per alcuni anni, Carlo Levi, esiliato politico, nonchè autore del noto libro “Cristo si è fermato ad Eboli” che tanto decanta i problemi storici, economici, politici e sociali del sud ed, in particolare, della Basilicata.

Biagio aveva sposato Antonietta Ciorciari, proveniente da Sanza (SA) e signora di grandi qualità umane ed ospitali nei confronti delle donne francavillesi.

Antonio, il più piccolo, sensibile all’arte pittorica, si era prodigato per l’azienda, dando un aiuto a livello contabile.

I tre fratelli ed il ceppo Palombaro, impegnati nella lavorazione di una enorme mole di legname, di varie specie e qualità, collocavano il prodotto in campo nazionale (vedi la grande e storica azienda Feltrinelli di Milano, cliente della ditta in questione), mediante l’utilizzo di molti e diversi automezzi. Nel contesto odierno, la situazione sembra di facile attuazione, ma, all’epoca, in un periodo post-bellico, era tutt’altro che praticabile.

Ciononostante la ditta disponeva di un vero e proprio parco di autoveicoli, di ogni tipo, che utilizzava sia per il trasporto delle merci sia per lo spostamento del personale nei cantieri di lavorazione.

Intanto gli interventi si estendevano, ad ampio raggio, su tutto il territorio di Francavilla.

La ditta si attivò, in modo molto incisivo, per la sistemazione di Largo Pianura (attuale villa comunale), mettendo a disposizione mezzi meccanici e manodopera.

Per smuovere il terreno si avvalse di ruspe, con le quali si accinse, anche, a realizzare il collegamento della “Variante” con Largo Pianura, mediante il tracciato di “Viale Palombaro“, così da evitare l’attraversamento del paese, impossibile per qualsiasi autoveicolo, facilitare la viabilità comunale e creare un collegamento con la strada provinciale Francavilla – S. Severino Lucano.

Segheria Palombara

Con l’amministrazione comunale presieduta dall’allora sindaco Mario Ferrara si avviarono i lavori della Villa Comunale che, tutt’oggi, costituisce il fiore all’occhiello del Comune di Francavilla.

Non può non essere menzionata l’opera di collegamento con il massiccio montuoso del Pollino: grazie all’impiego di ruspe, la ditta tracciò la prima strada, alquanto carrozzabile, che consentì l’accesso al monte e segnò i presupposti per lo sviluppo del “Parco”.

Vuoi per le precarie condizioni abitative, vuoi per la carenza di circostanze igieniche non idonee, la popolazione viveva in uno stato di sofferenza alquanto visibile.

Allora i fratelli Passatordi: Giovanni, Biagio ed Antonio furono pionieri nella costruzione di abitazioni civili degne di questo nome, inoltre ricevettero l’autorizzazione, con delibera consiliare, di costruire una palazzina da adibire a Caserma dei Carabinieri con alloggio per il Comandante e con l’obbligo di rivenderla al Comune.

In questo stesso contesto, poi, si attivarono per la realizzazione del primo forno a legna, dotato di impastatrice meccanica che rendeva possibile grosse forniture di pane, di ottima qualità.

Il primo fornaio, padre degli attuali panificatori, fu Bellisario Stalfieri.

E i benefici goduti dal popolo francavillese non finiscono qui, poichè i tre fratelli si prodigarono, anche, per la prima fornitura di energia elettrica all’interno del paese, erogata con mezzi di fortuna, ma con tanto impegno, competenza e sacrificio.

Un evento, questo, che diede lustro e distinzione a Francavilla, rispetto a tanti Comuni della Basilicata che, ancora, persistevano nel disagio più assoluto.

Famiglia Passatordi: a sx Biagio e moglie, Giovanni, Antonio e la mamma di entrambi

E per concludere, non dimentichiamo la costruzione dell’attuale casa delle suore,”Asilo infantile del Bambino Gesù“, che fu resa possibile proprio per il cospicuo contributo economico dato, dai fratelli Passatordi, all’allora Parroco, Mons. Carmelo Fiordalisi.

Questa rivoluzione imprenditoriale, dovuta alla grande realtà aziendale che si era consolidata nel tempo, diede spunto al popolo francavillese, intelligente ed intraprendente, per avviare una serie di piccole attività in proprio che, via via, hanno fatto, di Francavilla, il Comune più progredito e sviluppato commercialmente, nei confronti dei paesi limitrofi.

Gina Ferrara – Pasquale e Biagio Passatordi (junior)

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