Antonio Fortunato
In Italia il 21 novembre di ogni anno si celebra la Festa degli Alberi, ovvero la Giornata Nazionale degli Alberi.
La prima festa fu celebrata nel 1898 su iniziativa del Ministro della Pubblica Istruzione. Con l’avvento del fascismo, essa fu istituzionalizzata nella legge forestale del 1923 con lo scopo di infondere nei giovani il rispetto e l’amore per la natura e per la difesa degli alberi.
Nel 1951 una Circolare del Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste stabilì che la Festa degli Alberi si dovesse svolgere il 21 novembre di ogni anno, con possibilità di spostare tale data al 21 marzo nei comuni di alta montagna.
Dal 1979 le Regioni sono state delegate a organizzare gli eventi celebrativi.
Ricordiamo infine la legge n° 113 del 29.01.1992 che obbliga ogni Comune alla messa a dimora di un albero per ogni neonato a seguito della registrazione anagrafica. Legge di elevata civiltà che non ha trovato un’adeguata applicazione in Italia.
A Francavilla però nel novembre del 2011 l’Amministrazione Comunale protempore in occasione della Giornata “La Custodia del Creato” che si rifà alla concezione cristiana di San Francesco d’Assisi, in applicazione proprio della legge che prevede la messa a dimora di un albero per ogni bimbo nato, destinò l’area nella prossimità della Scuola dell’Infanzia “M. C. Dattoli” a tale scopo.
Tanto è vero che, sempre richiamando San Francesco quest’area è stata denominata “Bosco del Cantico”. Ma ahimè adiacente alla citata Scuola Dattoli è stata realizzata una struttura adibita ad Asilo Nido e inoltre su una vasta superficie sono stati istallati giochi a servizio dei bimbi della scuola.
Sicché non c’è più spazio per gli alberi e quindi questa bella legge è stata ed è disattesa anche a Francavilla.
L’albero oggi non è considerato dal cittadino moderno come fonte di energia o elemento strutturale indispensabile per le abitazioni e la costruzione di attrezzi; e non è nemmeno avvertito come elemento decorativo, edonistico con la gratificazione data dal piacere di possedere un oggetto “vivente”.
Ma, all’indomani dell’entrata in vigore del protocollo di Kyoto i vegetali e gli alberi tornano nuovamente ad essere alleati strategici dell’uomo per garantirgli la sopravvivenza sul pianeta terra, in quanto contribuiscono a ridurre i gas serra che sono la causa del riscaldamento globale.
Molte persone prendono iniziative per piantare alberi non solo per i motivi esposti precedentemente ma anche per un fatto affettivo, un andare nell’infanzia quando i paesaggi erano diversi da quelli in cui viviamo oggi. È il caso di citare l’imprenditore veneto Fiorenzo Caspon di Panzolo di Vedelago che sui suoi terreni ha fatto crescere migliaia di alberi spendendo qualche milione di euro per ricreare il paesaggio di un tempo, in quanto l’agricoltura moderna ha stravolto tutto con le colture intensive.
In questo periodo autunnale nei nostri paesi anche noi potremmo ricreare il paesaggio di una volta, il bosco, lanciando nelle siepi di rovi o nei calanchi con le ginestre le ghiande di quercia. Senza spendere un euro! E poi proteggeremmo il suolo dalle frane.

L’Amministrazione Comunale potrebbe riprendere il discorso iniziato nel 2011 individuando un altro sito che potrebbe essere destinato a Parco delle rimembranze in sostituzione di quello distrutto negli anni del boom edilizio.
Questo discorso deve inevitabilmente coinvolgere anche le scuole di ogni ordine e grado per i ben noti motivi.
Gli alberi non vanno solo piantati ma vanno curati giorno per giorno evitando maltrattamenti, come potature energiche o capitozzatura (come si è fatto nella villa comunale con alberi maestosi. Ma in estate l’ombra chi la farà?).