Gino Costanza e Filippo Di Giacomo
Cra cra
Nella gran cibbijǝ
Il concerto di rane
Esegue il “Cra crà.”
Gino Costanza

Commento agli Haiku di Gino Costanza
(libero) Commento:
Al Re Sole piaceva dormire come un ghiro e non sopportava il gracidare delle rane durante la notte, perciò ordinò ai suoi sudditi contadini di battere con un bastone le acque degli stagni nei pressi di Versailles per zittire quelle rompiscatole. Dopo la rivoluzione i Borghesi abolirono quell’editto e diedero di nuovo la libertà alle rane che cosí ripresero a strillare a squarciagola notte e giorno.
Della cosa cominciarono a lamentarsi anche i “cittadini imborghesiti” che chiesero ai rappresentanti del Terzo Stato al potere di trovare subito una soluzione. E questi la trovarono immediatamente. Dissero loro che les grenouilles erano un’ ottima fonte di approvvigionamento di cibo prelibato, a Km zero. In quattro e quattr’otto approntarono e promulgarono una legge ad hoc “più liberale” che consentiva ad ogni Francese di pescare rane a volontà. Si ottennero due risultati importanti: eliminare i morsi della fame del popolo indigente, e consentire a Nobili e Bourgeois di dormire sonni tranquilli la notte, senza, per questo, togliere la “ libertà di canto” alle rane. La stessa norma vige tuttora anche in Italia. Io sono un animalista convinto e non mi cibo di rane. Anzi, sono un loro estimatore e amo la loro “musica”. Appena posso vado a sentire il loro concerto che tengono ogni sera sino a tarda notte nella cibbia grande in un fondo vicino casa mia. Forse è per questo che da un po’ di tempo soffro di forti attacchi di emi(crà crà)nia!
Cibbijǝ: vasca di raccolta acqua di riserva per irrigare i campi.