Gino Costanza e Filippo Di Giacomo
Tràmpoli
Ritto sui tràmpoli,
mi muovo goffamente.
Mi rendo buffo.
(Gino Costanza)

(Commento agli Haiku di Gino Costanza)
Commento: – Diciamoci la verità: a chi non piacerebbe ogni tanto fare il buffone? Liberarsi di lacci e lacciuoli, togliersi (o mettere) un’altra maschera e dare sfogo senza remore al suo lato “ridicolo”, senza curasi del giudizio della gente? La letteratura, il teatro, il cinema, sono ricchi di “buffoni”. Pensiamo, tanto per fare qualche esempio, al grande Charly Chaplin, a Dario Fo, a Benigni , a Troisi a Stanlio e Hollio,o all’ impareggiabile Toto’ che faceva “O pazziariello” per i vicoli di Napoli con una frotta di bambini appresso. E la gente affacciata alle finestre smetteva per un attimo di pensare ai fatti suoi e sorrideva ammiccando compiaciuta. La comicità, spontanea o no, è terapeutica per gli altri ma soprattutto per noi: la vita in fondo è un grande palcoscenico dove ognuno puó recitare “a soggetto” per esorcizzare le proprie ansie, le proprie paure.
Un genitore che sa andare sui “trampoli”, anche se imbranato, diventa un eroe agli occhi del proprio bambino che se ne vanta con i suoi amici. Io non ci sono mai andato, ma mi sarebbe piaciuto tanto provare l’emozione di sentirmi un “gigante” anche a costo di sembrare un buffone. E’ per questo che invidio i pagliacci che per mestiere fanno i “buffoni” e non hanno nessun complesso d’inferiorità!
(Filippo Di Giacomo)