Il cuore e i versi di Giovanna non sono indifferenti, gridano dolore e speranza

Miserie e false promesse, il viaggio della speranza, una traversata, un andare in un mare agitato con gravi disagi e in balia delle onde, ma grande è l’eccitazione per l’avvistamento della “ terra promessa.”

Giovanna Saporito
Giovanna Saporito

In un clima di euforia la nave si è capovolta, è andata in frantumi, la potenza del male e del mare è troppo forte. E continua la tragedia degli emigranti, dei naufraghi, dei nostri fratelli che vengono da lontano, e il mio cuore e i miei versi non sono indifferenti, vogliono parlare, esprimere tutto il dolore, ma anche la speranza, che prova per i nostri fratelli presenti in quei barconi, per la strage degli innocenti che trafigge i cuori sensibile e buoni.

LE FOGLIE

Rami tesi e spogli

cercano il sole

tra le nuvole e la nebbia

corteggiano il sole.

Dai rami le foglie

si sono staccate

danzano al vento

affollano il cielo

tappezzano il mondo

nei raggi del sole

si sono intrufolate

volano leggiadre

piroettano in una danza

e giacciono sparse.

Le fragili foglie

come aquiloni nell’aria

ignare vanno nel mare

verso i barconi

lasciano le proprie radici

si aggrappano alle onde

amano troppo la vita.

Con occhi stanchi e volti confusi

vanno dove li porta l’onda

seguono il vento

la loro sorte è indefinita

ma loro amano troppo la vita.

Tutto è un mistero

il cuore batte sempre più forte

palpita la corolla dei sentimenti

ma viva è la speranza.

I cuori come sonnamboli

cercano, cercano

nelle tenebre la luce dell’alba

desiderano toccare terra

cogliere un fiore

respirare l’energia dell’amore

abbracciare la forza della vita

allontanare il brivido

del sonno e della morte.

Il ramo nudo si è rattristato

vede le foglie abbandonate

si sono posate, distese

riposano lieve

l’onda e la brezza le accarezza

ma tutti le calpestano.

CHIMERA

Un tuffo

risveglio brusco

paura di soffocare

voglia di respirare

è un sogno o realtà?

Tranquilla la nave

si abbandona nel dolce vagare

vagabonda va in volo libero come i gabbiani

tra chimere disperse nell’aria

ma affogate nel mare.

Lacrime, paura

orrori di guerra

nella mente la morte

tristi situazioni

l’anima si lacera.

Un canto corale

con un solo finale

desiderio di scappare.

Un profondo respiro di pace

fa andare le vele del cuore

dardeggia il sole la nave

il vento le fa allontanare.

Lenta sussurra la malinconia

alla luce morente del giorno

vorrei restare”.

Ma si brama un sogno

liberi vanno espressioni di un miscuglio

di sentimenti, di occhi vitrei, di sguardi assenti

si è consapevoli dei pericoli

ma si deve andare

navigare con il vento contro vento

fra gli umidi scogli avanzare.

Lacrime e sorrisi sotto la brezza

voglia di vita

l’ occhio rinasce

lo sguardo si rigenera

nel mare si specchia

il cielo si rasserena

il tormento interiore scompare

il cuore incomincia a cantare.

Canta silenzioso

all’apparire di un arcobaleno

colorato di una vita migliore

e vibra solcando l’azzurra acqua

e l’aspirazione di una magica vita.

La mente

con la voglia di amare

accarezza l’onda del mare

e amando sempre di più la vita

palpita sotto gli schizzi

della distesa salata

e le gocce piene di speranza.

L’ orizzonte si allontana

pulsa il cuore

tristezza e inquietudine

trapassano i raggi dell’alba

un brivido

le nuvole svaniscono

il sole riflesso scintilla

infonde gioia infinita

la spiaggia aliena si avvicina

nasce una nuova vita.

UNA TRISTE REALTA’ TRA UN BELVEDERE

Parlano le onde al vento potente

lasciano andare un desiderio

cambiare il mondo.

Un’ombra cammina nel mare spaurita

si guarda intorno

in vista di ogni porto gemiti sussurra

e con lamenti grida.

L’ombra a voce alta chiede aiuto

ma nessuno sente.

Si agitano le onde

piangono

come il cielo malinconico

quando le nuvole coprono il suo sole

piangono

come uccelli addolorati

perchè devono lasciare il loro nido.

Le onde, il mare e l’ombra

dal dolore si consumano

tristi sono i loro cuori

pensano e ripensano

e chiudendo gli occhi

vedono e rivedono vele gonfie

barche con passeggeri a bordo

scialuppe piegate su un lato

l’ affidarsi alle onde

la richiesta di essere salvati dei tanti emigranti

di quelle creature che vengono da lontano

dei nostri fratelli che avanzano tra le criniere

una traversata verso il sogno di libertà e benessere.

Silente un’onda avanza sugli scogli

ai martiri pensa

non li ripudia, l’abbraccia

e in un fuoco d’amore li stringe.

Dagli occhi del mare

delle onde e dell’ombra scendono

gocce di lacrime al sapore di sale

pensando ai corpi adagiati sul fondo

non si danno pace

e con pupille lucenti e tremanti

raccontano:

Trabocchiamo di anime in volo

di corpi siamo immersi, di corpi esamini

una vera e triste realtà

un presente che scuote le anime buone.

La voce

di uomini, donne e bambini

in superficie sale

nei cuori resta immortale.

Tra una tempesta di dolore

le onde e il mare continuano a parlare:

Boccheggiava l’aria

i cerchi galleggiavano sull’acqua

ma nessuno vedeva, nessuno sentiva

tutti ciechi, muti e sordi

agli occhi degli uomini

interessava solo il belvedere

il mare con le sue onde

le barchette raggianti

il sole coccoloso con i suoi raggi

il turbinio che saliva dal fondo

intrecciato ai mesti respiri

a nessuno interessava

e tutti continuavano a ridere felici.

L’ uomo è superficiale

si lascia ubriacare

dall’immensità del mare

dalla luce dell’alba

dal sole sonnolento al tramonto

dai giochi di luce all’orizzonte

ma è indifferente, è insensibile

alla dolorosa realtà che lo circonda.

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