GioSap
Miserie e false promesse, il viaggio della speranza, una traversata, un andare in un mare agitato con gravi disagi e in balia delle onde, ma grande è l’eccitazione per l’avvistamento della “ terra promessa.”

In un clima di euforia la nave si è capovolta, è andata in frantumi, la potenza del male e del mare è troppo forte. E continua la tragedia degli emigranti, dei naufraghi, dei nostri fratelli che vengono da lontano, e il mio cuore e i miei versi non sono indifferenti, vogliono parlare, esprimere tutto il dolore, ma anche la speranza, che prova per i nostri fratelli presenti in quei barconi, per la strage degli innocenti che trafigge i cuori sensibile e buoni.
LE FOGLIE
Rami tesi e spogli
cercano il sole
tra le nuvole e la nebbia
corteggiano il sole.
Dai rami le foglie
si sono staccate
danzano al vento
affollano il cielo
tappezzano il mondo
nei raggi del sole
si sono intrufolate
volano leggiadre
piroettano in una danza
e giacciono sparse.
Le fragili foglie
come aquiloni nell’aria
ignare vanno nel mare
verso i barconi
lasciano le proprie radici
si aggrappano alle onde
amano troppo la vita.
Con occhi stanchi e volti confusi
vanno dove li porta l’onda
seguono il vento
la loro sorte è indefinita
ma loro amano troppo la vita.
Tutto è un mistero
il cuore batte sempre più forte
palpita la corolla dei sentimenti
ma viva è la speranza.
I cuori come sonnamboli
cercano, cercano
nelle tenebre la luce dell’alba
desiderano toccare terra
cogliere un fiore
respirare l’energia dell’amore
abbracciare la forza della vita
allontanare il brivido
del sonno e della morte.
Il ramo nudo si è rattristato
vede le foglie abbandonate
si sono posate, distese
riposano lieve
l’onda e la brezza le accarezza
ma tutti le calpestano.
CHIMERA
Un tuffo
risveglio brusco
paura di soffocare
voglia di respirare
è un sogno o realtà?
Tranquilla la nave
si abbandona nel dolce vagare
vagabonda va in volo libero come i gabbiani
tra chimere disperse nell’aria
ma affogate nel mare.
Lacrime, paura
orrori di guerra
nella mente la morte
tristi situazioni
l’anima si lacera.
Un canto corale
con un solo finale
desiderio di scappare.
Un profondo respiro di pace
fa andare le vele del cuore
dardeggia il sole la nave
il vento le fa allontanare.
Lenta sussurra la malinconia
alla luce morente del giorno
“vorrei restare”.
Ma si brama un sogno
liberi vanno espressioni di un miscuglio
di sentimenti, di occhi vitrei, di sguardi assenti
si è consapevoli dei pericoli
ma si deve andare
navigare con il vento contro vento
fra gli umidi scogli avanzare.
Lacrime e sorrisi sotto la brezza
voglia di vita
l’ occhio rinasce
lo sguardo si rigenera
nel mare si specchia
il cielo si rasserena
il tormento interiore scompare
il cuore incomincia a cantare.
Canta silenzioso
all’apparire di un arcobaleno
colorato di una vita migliore
e vibra solcando l’azzurra acqua
e l’aspirazione di una magica vita.
La mente
con la voglia di amare
accarezza l’onda del mare
e amando sempre di più la vita
palpita sotto gli schizzi
della distesa salata
e le gocce piene di speranza.
L’ orizzonte si allontana
pulsa il cuore
tristezza e inquietudine
trapassano i raggi dell’alba
un brivido
le nuvole svaniscono
il sole riflesso scintilla
infonde gioia infinita
la spiaggia aliena si avvicina
nasce una nuova vita.
UNA TRISTE REALTA’ TRA UN BELVEDERE
Parlano le onde al vento potente
lasciano andare un desiderio
cambiare il mondo.
Un’ombra cammina nel mare spaurita
si guarda intorno
in vista di ogni porto gemiti sussurra
e con lamenti grida.
L’ombra a voce alta chiede aiuto
ma nessuno sente.
Si agitano le onde
piangono
come il cielo malinconico
quando le nuvole coprono il suo sole
piangono
come uccelli addolorati
perchè devono lasciare il loro nido.
Le onde, il mare e l’ombra
dal dolore si consumano
tristi sono i loro cuori
pensano e ripensano
e chiudendo gli occhi
vedono e rivedono vele gonfie
barche con passeggeri a bordo
scialuppe piegate su un lato
l’ affidarsi alle onde
la richiesta di essere salvati dei tanti emigranti
di quelle creature che vengono da lontano
dei nostri fratelli che avanzano tra le criniere
una traversata verso il sogno di libertà e benessere.
Silente un’onda avanza sugli scogli
ai martiri pensa
non li ripudia, l’abbraccia
e in un fuoco d’amore li stringe.
Dagli occhi del mare
delle onde e dell’ombra scendono
gocce di lacrime al sapore di sale
pensando ai corpi adagiati sul fondo
non si danno pace
e con pupille lucenti e tremanti
raccontano:
“ Trabocchiamo di anime in volo
di corpi siamo immersi, di corpi esamini
una vera e triste realtà
un presente che scuote le anime buone.
La voce
di uomini, donne e bambini
in superficie sale
nei cuori resta immortale.
Tra una tempesta di dolore
le onde e il mare continuano a parlare:
“Boccheggiava l’aria
i cerchi galleggiavano sull’acqua
ma nessuno vedeva, nessuno sentiva
tutti ciechi, muti e sordi
agli occhi degli uomini
interessava solo il belvedere
il mare con le sue onde
le barchette raggianti
il sole coccoloso con i suoi raggi
il turbinio che saliva dal fondo
intrecciato ai mesti respiri
a nessuno interessava
e tutti continuavano a ridere felici.
L’ uomo è superficiale
si lascia ubriacare
dall’immensità del mare
dalla luce dell’alba
dal sole sonnolento al tramonto
dai giochi di luce all’orizzonte
ma è indifferente, è insensibile
alla dolorosa realtà che lo circonda.