Pierpaolo Sarubbi and Sofia Leone
«Prese la mano della bambina e le disse: “Talita kum”, che significa: Fanciulla, io ti dico: alzati!» (Mc 5,41)
Il passo biblico di Marco 5, 21-43, brano che ha accompagnato tutto l’anno associativo del cammino di Azione Cattolica 2023/2024, è stato anche lo spunto che ha guidato il campo giovanissimi vissuto nella natura incontaminata della Val di Susa dal 6 al 12 Luglio.
In un mondo sempre più iperconnesso, in cui la vita sembra ormai semplificata e all’avanguardia con i mezzi di cui dispone, dove ragazzi, giovani e adulti sembrano aver trovato la loro zona comfort, la scelta di vivere un campo estivo lontani dalla vita di ogni giorno è stata sicuramente “innovativa”. Il percorso tematico di questi giorni ha visto infatti coinvolta la vita dei ragazzi, intrisa di relazioni, di gesti, di affettività e di sentimenti che si trasmettono anche attraverso il contatto umano, quello stesso contatto che Dio ha “divinizzato” nell’umanità di Gesù, il quale ha preso per mano l’umanità stanca e triste per rialzarla e rimetterla in cammino.
L’esperienza è stata una riscoperta della fede in tutte le sue accezioni: come fiducia in Dio, nell’altro e nel mondo che ci circonda, ma soprattutto in sé stessi.
Una riscoperta di sé che è stata filtrata dai diversi momenti vissuti insieme: dalle escursioni in alta quota ai laboratori di gruppo, dai momenti di preghiera ai momenti serali trascorsi in fraternità.
Il silenzio della natura e l’assenza di internet ha permesso un maggiore ascolto interiore, verificando le paure, le ansie e i desideri che caratterizzano ognuno, il più delle volte scomodi da affrontare e perciò soffocati dalla vita frenetica di tutti i giorni.
Il clima creatosi ha permesso di fermarsi per dedicare più tempo a sé stessi e agli altri. Ognuno poi ha avuto modo di mettersi in gioco e di uscire dalla propria zona comfort: i sentieri delle escursioni, a tratti difficili da attraversare, hanno fatto emergere nei ragazzi la necessità di fare comunione con l’altro, sapendo che insieme la fatica è più leggera. Anche l’adattamento nella casa di montagna ha permesso di allargare l’orizzonte delle necessità individuali e vedere come vivere insieme comporta impegno, attenzione e sacrificio.
Il cammino diventa bello perché non si è soli: i ragazzi hanno potuto vivere a pieno questo tempo grazie anche all’aiuto di Don Nicola, Suor Paola e di alcuni educatori che si sono affiancati a loro.
Il campo si è concluso con due momenti molto significativi: il primo è stato presso la Cattedrale di Torino, con la celebrazione della Santa Messa di ringraziamento, dov’è custodita la tomba del Beato Piergiorgio Frassati, il quale, con il suo grande esempio di giovane impegnato nel trasmettere la gioia cristiana, ci ricorda che: “Da te non farai nulla, ma se Dio avrai per centro di ogni tua azione, allora si arriverai fino alla fine!”.
Il secondo momento è stato presso la Basilica di Santa Maria Ausiliatrice e Valdocco: nella prima sono custodite le spoglie di San Giovanni Bosco, il secondo è il luogo dove prese vita la sua missione educativa per mezzo dell’oratorio. La visita a queste due figure di santità ci ha ricordato che è possibile vivere una vita gioiosa e bella alla sequela di Cristo e del suo Vangelo!