Shirinkflation, ecco svelato l’inganno di quando il rincaro c’è ma non si vede, chiamata sgrammatura in italiano.

L’espressione “shrinkflation” nasce dalla fusione di due termini inglesi, “shrink” (“restringere”) e “inflation” (“rincaro”). Shrinkflation indica quindi quel processo attraverso cui vengono ridotte le quantità dei prodotti nelle confezioni, mantenendo però sostanzialmente i prezzi invariati se non addirittura, aumentandoli.

I prezzi sugli scaffali restano gli stessi ma i prodotti costano di più: è la cosiddetta shrinkflation: una strategia ingannevole ma legale usata dalle aziende per camuffare l’inflazione e messa in pratica contando su un consumatore frettoloso o disattento. L’attività, definita in italiano con il termine sgrammatura, consiste nel mantenere invariato il prezzo della confezione riducendone però il contenuto. Il fenomeno, iniziato anni fa nei Paesi anglosassoni, è ormai anche da noi, procede di pari passo con il rincaro di carburanti e materie prime e dipende dalla necessità delle aziende di aumentare i margini di profitto, senza spaventare i consumatori. L’inflazione ci accompagna al supermercato: non è solo la sensazione che tutto costi il doppio e che il carrello sia pieno solo a metà. Quello che fanno alcune aziende si chiama “shrinkflation”. Il contenuto si restringe, mentre la confezione rimane delle stesse dimensioni.

Pacco uguale, contenuto più leggero: di chi è la colpa?

Anche se non ci piace sentirlo dire: le catene di supermercati non sono la causa dell’inflazione e devono reagire con aumenti di prezzo per rimanere redditizi. Fin qui tutto bene, ma spesso questo avviene senza preavviso e i consumatori si ritrovano con meno merce di quanto credono di aver acquistato.

Vale anche per il packaging: le dimensioni non sono tutto!

Cosa si nasconde esattamente dietro il termine “shrinkflation”? In sostanza, si tratta di un aumento di prezzo, solo che non si vede sul cartellino del prodotto. Quando si acquistano le verdure, ad esempio, si può vedere chiaramente l’aumento dei prezzi. Ma poiché i costi di quasi tutte le materie prime sono aumentate, aumento influenzato tra l’altre cose dagli eventi degli ultimi anni, anche i prezzi di quasi tutti i prodotti del supermercato sono in aumento. Per evitare perdite di vendite e mantenere una buona immagine, molti produttori nascondono l’aumento dei prezzi riducendo la quantità del contenuto, ma non la confezione: così il prezzo rimane invariato. I consumatori non se ne accorgono a prima vista, e forse nemmeno alla seconda.

Shrinkflation e imballaggio ingannevole: qual è la differenza?

La “shrinkflation” si verifica quando la quantità del prodotto diminuisce ma il prezzo rimane costante. È un modo sottile di aumentare i costi per i consumatori senza modificare il prezzo effettivo. D’altra parte, i “pacchetti imbroglioni” suggeriscono, attraverso il loro design, un contenuto maggiore di quello reale. E questo dà l’impressione di acquistare a prezzi davvero convenienti! Se da un lato i consumatori sono sempre molto attenti agli aumenti di prezzi, non sempre si accorgono dei piccoli cambiamenti nella confezione o di tutte quelle indicazioni scritte spesso in piccolo e che riguardano le dimensioni o il peso di un prodotto. Senza dimenticare che spesso queste modifiche interessano prodotti stagionali e inevitabilmente si è meno consapevoli del cambiamento oppure sono volutamente accompagnate da un restyling del packaging che distoglie quindi l’attenzione dell’acquirente dai quantitativi di prodotto ridotti.
E’ così che i pacchetti di patatine hanno 5/10 patatine in meno a confezione, la pasta sta passando dal canonico “mezzo chilo” ai 400 grammi, le mozzarelle da 125 gr a 100, le bustine di tè da 25 a 20. La shrinkflation, o ridimensionamento, è il modo in cui l’industria trova altri modi per continuare a commercializzare i suoi prodotti più costosi senza incorrere nella rabbia dei clienti. E questo va avanti da anni.

Shrinkflation in Italia

Ci sono diversi esempi di Shrinkflation in Italia. Ad esempio, negli ultimi anni le aziende alimentari hanno ridotto le dimensioni dei loro prodotti, senza abbassarne il prezzo. Ad esempio:

  • La Nutella: la confezione standard di Nutella è passata da 750g a 680g, ma il prezzo è rimasto lo stesso.
  • Il Parmigiano Reggiano: la confezione standard di Parmigiano Reggiano è passata da 1kg a 900g, ma il prezzo è rimasto lo stesso.
  • Le patatine: le confezioni di patatine hanno visto una riduzione delle dimensioni senza una diminuzione del prezzo. Ad esempio, le patatine Lay’s sono passate da 200g a 180g.
  • Barilla: il pacchetto di pasta da 500 grammi è stato ridotto a 400 grammi nel 2015, mentre la confezione da 1 kg è stata ridotta a 900 grammi nel 2016.
  • Ferrero: la confezione di Kinder Bueno è stata ridotta da 43 grammi a 39 grammi nel 2018.
  • Buitoni: la confezione di ravioli è stata ridotta da 500 grammi a 400 grammi nel 2017.
  • San Pellegrino: la bottiglia di acqua minerale è stata ridotta da 1,5 litri a 1,25 litri nel 2016.
  • Pavesi: le confezioni di grissini sono state ridotte del 10-15% nel 2018.
  • Rio Mare: le confezioni di tonno in scatola sono state ridotte da 80 grammi a 70 grammi nel 2017.
  • Mulino Bianco: le confezioni di biscotti sono state ridotte del 5-10% nel 2018.

Come i consumatori possono proteggersi dalla Shrinkflation

Mentre la Shrinkflation può sembrare una pratica sleale per i consumatori, ci sono alcune azioni che possono essere intraprese per proteggersi:

  • Controllare il prezzo unitario: invece di basarsi solo sul prezzo totale del prodotto, i consumatori dovrebbero controllare il prezzo unitario (cioè il prezzo per unità di peso o volume). In questo modo, possono confrontare il prezzo effettivo dei prodotti anche quando le dimensioni variano.
  • Acquistare in grandi quantità: acquistare prodotti in grandi quantità, come confezioni multipack, può spesso risultare meno costoso rispetto all’acquisto di prodotti singoli. Inoltre, l’acquisto in grandi quantità può aiutare a ridurre la frequenza degli acquisti e quindi i costi di trasporto.
  • Scegliere marchi meno noti: i produttori meno noti o le marche dei negozi possono spesso offrire prodotti di qualità simile a quelli delle grandi marche, ma a un prezzo inferiore. Inoltre, possono essere meno propensi a utilizzare pratiche di Shrinkflation rispetto alle grandi marche.
  • Verificare il peso o il volume del prodotto: i consumatori dovrebbero sempre controllare le informazioni sul peso o sul volume dei prodotti. In questo modo, possono essere certi di ciò che stanno acquistando e se il prezzo è equo rispetto alla quantità di prodotto offerta.

NICOLA LISTA – PRESIDENTE REGIONALE BASILICATA MOVIMENTO DIFESA DEL CITTADINO – TEL. 3519100353

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