Gli angoli del mio paese, Francavilla sul Sinni, tra, passato e presente: Ù còrsë( via Roma) e À viënòvë vecchijë (via Certosa)

Dal Fungàłónë parte una via centrale, via Roma, ù còrsë su cui si affacciavano le abitazioni delle famiglie più in vista del paese che erano composte da un piano terra e un primo piano, con le scale esterne. Nel novecento i proprietari hanno provveduto a sopraelevare un altro piano e poi man mano mansarde e terrazzi. Hanno costruito anche negli orti che c’erano dietro a ogni casa.

Francavilla antica

La pavimentazione del corso era molto bella e razionale. C’era un selciato compatto a schiena d’asino con le cunette che raccoglievano l’acqua piovana: anche con la pioggia si poteva camminare senza problemi. Ricordiamoci che molti ragazzi andavano scalzi. Tempi in cui la miseria si faceva sentire in molte famiglie…

Francavilla Cartolina di Via Roma
Francavilla Cartolina di Via Roma

Negli anni ’60, per una mania di modernismo, via Roma venne asfaltata, coprendo il selciato; molte scale esterne vennero incorporate nei fabbricati. Si è dato inizio cosi al saccheggio del centro storico, a quella tipologia costruttiva che metteva in evidenza la qualità dei nostri artigiani: fornaciai, muratori, falegnami e fabbri. Le porte in legno sostituite con le serrande in ferro, i portali in mattoni con il marmo, gli embrici (ërmëcë) con le tegole moderne, le ringhiere in ferro battuto con i profilati, i balconi e finestre in legno con l’alluminio, ecc. ecc..

Francavilla Via Roma vecchia abitazione oggi pericolante
Francavilla Via Roma vecchia abitazione oggi pericolante

Tutte le attività commerciali si svolgevano in questa via. A fianco alle botteghe c’era à vocchëlë (dal latino buccola =piccola bocca), un grosso anello di pietra o di ferro a cuo si legava il mulo, l’asino la giumenta. Nei giorni di festa era gremita di tante persone, soprattutto di campagna. Il culmine si aveva in occasione della processione dei Santi che si svolgeva nella tarda mattinata. Ricordo che quella gente seguiva le manifestazioni religiose con una fede profonda senza ostentare ricchezza, eleganza e occupazione dei primi posti davanti alle statue.

Francavilla Via Certosa, sfondo la Chiesa Madre
Francavilla Via Certosa, sfondo la Chiesa Madre

À vijanóva vëččhjë (la vecchia strada rotabile) é l’attuale via Certosa che parte dalla chiesa madre congiungendosi con la via provinciale del Pollino che porta a Chiaromonte. Alla fine dell’ottocento non esisteva, è stata realizzata in occasione della costruzione della strada rotabile San Severino Francavilla Chiaromonte negli anni trenta.

Fino ad allora il nostro paese non aveva una via di comunicazione. Siccome fu costruita per ultima, questa strada venne chiamata À vijanòva (la via nuova). Il traffico dei traini si era intensificato nel centro abitato e pertanto si rese necessario deviarlo realizzando una strada nuova, l’attuale via E. Gianturco, i gironi di Vitola, con la funzione di variante, che collegava la provinciale da piazza Amendola a via Certosa. Quindi la via nuova diventò vecchia. Ecco il motivo del toponimo vianova vecchie. Dal muraglijònë c’era un bel vedere meraviglioso, tutta la montagna Caramola, il vallone di San Domenico e la Certosa con i suoi ruderi. Erano delle opere d’arte il ponte in pietra e mattoni a volta, il muro di sostegno sulla destra e quelle poche case. Ai lati della via vegetavano i caggijë, le acacie, che in primavera fiorivano emanando un profumo delicato.

Francavilla: Muraglione vianova vecchjië
Francavilla: Muraglione vianova vecchjië

Noi ragazzi succhiavamo il nettare di questi fiori!! E nel cielo il ritorno delle rondini costituiva uno spettacolo incantevole con il loro svolazzare e il loro garrire. Nel periodo natalizio, in particolare, questa via era il luogo in cui si radunavano i ragazzi per giocare mettendo in palio quelle poche lire che avevamo avuto in regalo in occasione degli auguri, baciando le mani, ai parenti e compari. Non è più così. I caratteristici ponti, il muro di sostegno e il lungo belvedere sono stati deturpati per far posto a nuovi fabbricati abitativi. Anche qui c’erano tanti artigiani tra cui barilai, seggiolai, fabbri-maniscalchi, calzolai.

Francavilla Palazzo Ciminelli

Il locale a piano terra del compianto Luigi Febbraio veniva impiegato come seggio elettorale, il numero 3, per gli elettori delle contrade. Era l’occasione di vedere tante persone in questa parte del paese che man mano veniva considerata periferia. Al secondo ponte venivano portati i corpi dei morti dalle contrade con mezzi rudimentali per essere sistemati nelle bare anchesse artiguansli. Anche oggi è considerata tale, viene utilizzata come parcheggio che rende la strada non percorribile né per le automobili e né per i pedoni. Chi di voi ricorda in via Certosa una famiglia che vendeva il latte di mucca? Vuol dire che costoro hanno superato abbondantemente i settant’anni!!!.
Anche in queste vie vivono poche persone, le abitazioni ristrutturate sono abitate da pochi cittadini…segno del declino e abbandono del nostro paese.

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