Nella 166^ rassegna al Cinema Lovaglio di Venosa dal 15 febbraio al 18

Ainda estou aqui di Walter Salles, il cinema di impegno politico

Il regista brasiliano Walter Salles (classe 1956) lo avevamo apprezzato per le tematiche di strada come quel gioiello di Central do Brasil candidato nel 1999 all’Oscar, con una magnifica attrice brasiliana Fernanda Montenegro (i nonni erano sardi). Quindi con I diari della motocicletta del 2004 sulle avventure del giovane Ernesto “Che” Guevara ispirato dai diari di viaggio latinoamericano (Notas de viaje) dello stesso Guevara dal romanzo biografico Un gitano sedentario (Con el Che por America Latina) dell’amico e compagno di viaggio, Alberto Granado.

Cinema Lovaglio Venosa

Con il film Ainda esteou aqui, (Sono ancora qui) presentato in concorso alla 81. Mostra di Venezia del settembre scorso, il regista brasiliano ci regala un diario sociale dipinto con una drammaturgia di rara efficacia, mediante la storia intima di una famiglia borghese nel dramma collettivo del Brasile dei desaparecidos. Un Film che assolve al ruolo di archivio della memoria. Walter Salles manca dalla regia dal 2012, anni di lavoro per portare in visione la storia di Rubens Paiva, già deputato del parlamento brasiliano che verrà rapito dalle squadracce del regime e mai più farà ritorno a casa. Una dura dittatura militare, come in Argentina e in Cile, tollerate da un Occidente che volgeva lo sguardo altrove. Ma non il Cinema, quello di impegno civile. È il 1970 e Rio de Janeiro come altre città sono setacciate dai militari. Con il pretesto di dover garantire la sicurezza pubblica e assicurarsi la cattura dei presunti terroristi, il governo presieduto da Figueiredo rastrella personalità democratiche ed oppositori. Una caccia senza quartiere e nella rete cade anche il già parlamentare democratico Paiva (è Selton Mello), il quale viene un giorno portato via sotto gli occhi della propria famiglia: non farà mai più ritorno. Una famiglia borghese con moglie e cinque figli, una bella casa sempre piena di amici, nell’aria musiche di Caetano Veloso e Chico Buarque. E’ dunque sulle battaglie giudiziarie della moglie Eunice (una magnifica Fernanda Torres) che la sceneggiatura – scritta con Heitor Lorega – si dipana per oltre la metà del film: resterà da sola nella battaglia per riavere il suo amato capofamiglia, e quando scoprirà la sua fine come migliaia di altri scomparsi, ne farà per anni un cavallo di battaglia giudiziario, fino al riconoscimento dello stato di morte: ucciso dal regime.

Film "io sono ancora qui"
Film “io sono ancora qui”

Il film richiama Quo vadis, Aida? di Jasmila Žbanić nel 2020 (pure a Venezia), teso a testimoniare la donna e la madre che si fa carico di battaglie civili: un incisivo atto di resistenza contro un potere violento e persecutorio. E Walter Salles, con il suo Sono ancora qui ne fa un emblema di cinema che documenta la storia, con un finale struggente (non alzarsi ai titoli di coda) nell’album familiare fra gioie e dolori mai attenuati. Eunice quando ha 89 anni, viene interpretata dall’attrice citata Fernanda Montenegro, una sorta di passaggio di testimone tra madre e figlia, che manifestano un cinema vivace, quello brasiliano, al servizio della Storia e dell’impegno politico.

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