on. Peppino Molinari
Nato ad Irsina (MT) il 26 agosto 1925 e laureatosi in giurisprudenza nel 1946 inizio ‘ la sua brillante carriera nel 1948 entrando nell’avvocatura dello Stato.
Si avviò alla politica a.Napoli durante gli studi universitari nelle file del movimento giovanile Dc di cui fu dirigente nazionale.
E’ stato tra i fondatori della Dc,,vice- segretario provinciale della Dc di Potenza nel 1954, eletto nel consiglio nazionale della Dc ed un anno più tardi era a capo dell’ufficio legislativo del ministro dell’agricoltura guidato da Emilio Colombo.
Nel 1954 entro ‘a far parte della direzione centrale della Dc, dove fu chiamato a dirigere l’ufficio enti locali fino al 1964 quando diventò vice-segretario nazionale.
Nel 1968 Aldo Moro lo volle candidare nel collegio senatoriale di Lecco dove fu eletto fino al 1979.
Fu cinque volte nominato ministro delle regioni, della pubblica amministrazione, della programmazione e della giustizia ed infine prima vice e poi il 9 dicembre 1982 fu eletto presidente del senato.
Mori il 6 maggio 1983 a Palazzo Giustiniani a causa di un collasso cardiocircolatorio.ed oggi riposa nel cimitero di Avigliano (Pz).
Si definiva uomo del Sud, fu un innovatore della programmazione e della politica economica. In relazione al Mezzogiorno non esitò a denunciare già nel 1970 il grave e drammatico rischio “che la questione meridionale potesse essere eliminata e non risolta”.
Morlino espresse un forte impegno meridionalistico mantenendo viva l’attenzione della classe politica nazionale sul problema della dicotomia Nord-Sud insistendo sull’obbligo morale di adottare provvedimenti che incidessero sugli aspetti strutturali del divario tra le due parti del paese.

Egli riteneva necessario considerare agricoltura e mezzogiorno come facce di uno stesso problema. La cultura riformatrice portò Morlino a diventare uno dei principali protagonisti sul tema delle autonomie locali.
”Con le regioni-sosteneva Morlino-si attua il disegno della Costituzione repubblicana, si concretizzano gli ideali autonomistici dei cattolici democratici “Tommaso Morlino lucano, colto, discreto, con un grande senso dello stato ha incarnato l’essenza del Servitore dello stato.
Un servizio non gridato, non appariscente ma con una forte capacità di persuasione fondata su ragionamenti ed argomenti aderenti alla realtà. Il suo regionalismo consapevole da una parte aveva l’obiettivo di difendere gli interessi del mezzogiorno e dall’altra mirava ad avvicinare le istituzioni alla gente.
Probabilmente intravedeva già allora la crisi successiva dei partiti e la distanza da essi dai cittadini. Morlino fin dal 1959 aveva avviato un sodalizio politico con Aldo Moro che col passare degli anni si era tradotto in un rapporto intenso e profondo.
Moro e Morlino erano animati da comune aspirazioni ed obbiettivi e rispetto alla scelta regionalista entrambi erano preoccupati che un’eccessiva frammentazione dei poteri e delle competenze potessero nuocere all’unita’ dello stato. Quanto attuale è ancora il loro pensiero! Ad un mese dalla scomparsa di Aldo Moro Morlino dichiarava “Il vuoto è incolmabile! Il suo magistero era totale!”

Morlino al suo primo discorso da presidente del Senato ricordando una preghiera del canone latino aveva racchiuso il senso profondo di chi è chiamato a Servire lo Stato. “Il politico deve pacificare, custodire, unire e governare“ Parole allora profetiche oggi a 100 anni dalla sua nascita tremendamente attuali !