Giuseppe Di Giacomo
Sabato 30 agosto, nella sala multimediale del Comune di Francavilla in Sinni, si è tenuta la presentazione del volume “Mario Di Nubila – Memorie sparse di ricordi di un impegno al servizio della propria terra”. Un appuntamento molto partecipato, che ha trasformato una semplice presentazione in una vera e propria serata di comunità, capace di intrecciare memoria, affetto e riconoscenza.

L’evento ha avuto un momento di grande intensità quando, in collegamento video, è apparso lo stesso Mario Di Nubila. L’accoglienza riservata dai numerosi presenti è stata calorosa, segno tangibile di quanto la sua figura sia ancora viva nel cuore dei concittadini e di quanti hanno condiviso con lui percorsi istituzionali e umani.
Il libro, come sottolineato più volte durante la serata, non è soltanto una raccolta di ricordi personali: rappresenta piuttosto la testimonianza di una vita interamente dedicata al servizio delle istituzioni e della propria terra. Mario Di Nubila, infatti, ha saputo incarnare il senso del dovere, della responsabilità e della vicinanza alla comunità, divenendo un punto di riferimento sia a livello locale che nazionale.
Dopo un saluto introduttivo, lo stesso Di Nubila ha espresso gratitudine per la partecipazione e per l’affetto ricevuto, lasciando trasparire emozione e commozione.
A seguire è intervenuto il sindaco Romano Cupparo, che oltre ai saluti istituzionali, ha voluto sottolineare quanto la figura di Di Nubila abbia rappresentato per lui e per molti amministratori lucani: una guida, un maestro, ma soprattutto un consigliere sincero e disponibile.
La parola è poi passata alla curatrice del volume, la dottoressa Loredana Albano, che ha illustrato il percorso di costruzione dell’opera. Con chiarezza ed entusiasmo ha spiegato le fasi di raccolta dei materiali, i criteri di selezione e soprattutto l’immagine che ne emerge: quella di un uomo delle istituzioni che non ha mai smesso di coltivare il legame con la propria comunità.

A seguire ha preso la parola Antonio Amatucci, che con grande intensità e partecipazione emotiva ha tracciato la figura di Mario Di Nubila non solo come uomo politico, ma prima di tutto come figlio autentico di questa comunità.
Amatucci ha ricordato episodi della sua vita pubblica e privata, mettendo in luce l’equilibrio con cui Di Nubila ha sempre saputo coniugare l’impegno nelle istituzioni con l’amore profondo per le proprie radici. Le sue parole hanno restituito l’immagine di un uomo che non ha mai smesso di sentirsi parte integrante della sua gente, mantenendo intatto il legame con Francavilla e con la sua storia collettiva.
L’on. Peppino Molinari, anch’egli come Antonio Amatucci, ci ha aiutati a ripercorrere la figura di Mario Di Nubila nelle istituzioni, nel Partito, a Francavilla come a Potenza. Pur essendo stati spesso su posizioni interne diverse, Molinari ha voluto riconoscere con onestà intellettuale il valore dell’uomo e del politico che ha servito il proprio popolo con onore e dignità, ma anche quello del padre di famiglia e dell’amico leale.
Nel suo intervento, Molinari si è detto “a casa”, accolto da tanti amici di sempre, con i quali ha condiviso un pezzo importante della storia della Democrazia Cristiana del Lagonegrese-Senisese. Ha fatto memoria, con lucidità e partecipazione, di decenni di impegno politico e istituzionale, ricordando uomini e donne che hanno saputo mettere l’essere umano al centro dei processi e delle scelte.
Ha evocato figure che hanno segnato la vita della DC francavillese, soffermandosi con affetto sul ricordo di Antonio Ciancia, Gigetto Console, Mimì De Paola, Antonio Cupparo (Capocantoniere) della sua amica Maria Teresa Cupparo e di tanti altri protagonisti di una stagione politica che ha lasciato segni profondi nella nostra comunità.
Dopo l’on. Molinari, è seguito il breve ma intenso intervento di don Nicola Caino, che con semplicità e cuore ha portato il saluto della comunità parrocchiale. Ha voluto anzitutto ringraziare il sen. Di Nubila per l’invito, riconoscendo in questo gesto un segno di attenzione verso la Chiesa e verso la comunità tutta. Don Nicola ha ricordato come l’impegno dei cattolici nelle istituzioni, nel passato, abbia saputo dare frutti concreti e duraturi, che ancora oggi possiamo celebrare. Ha però sottolineato, con tono accorato, come la mancanza di una presenza viva e coerente dei cattolici in politica rischi oggi di rendere irrilevante tanto impegno. Da qui l’appello finale, forte e limpido: recuperare la dimensione etica della politica, perché senza etica – ha ribadito – la politica perde credibilità e smarrisce la sua vera missione, che è quella di servire l’uomo e la comunità.
Il momento forse più toccante della serata è stato l’intervento del prof. Renato Di Nubila, fratello di Mario, che ha voluto partecipare non solo per rendere una testimonianza personale, ma anche per offrire alla comunità alcune riflessioni dal forte valore civile ed educativo.
Nel suo discorso ha posto al centro due temi fondamentali: la necessità di fare memoria e l’urgenza di recuperare un impegno politico ispirato al bene comune.
“La memoria va raccontata” – ha sottolineato – spiegando come proprio questo sia uno dei motivi principali che ha spinto Mario Di Nubila alla pubblicazione del libro. Trasmettere memoria oggi, ha aggiunto, non è soltanto un dovere verso chi ci ha preceduto, ma anche una sfida della modernità: essa ha un valore educativo perché nessuno possa più dire “non sapevo”.

La seconda riflessione, altrettanto densa, ha riguardato il ruolo dei cattolici in politica. Riprendendo l’insegnamento di San Paolo VI, il professore ha ribadito che la politica, quando vissuta nella sua autenticità, rappresenta “la più alta forma di carità”. In questa prospettiva ha indicato la necessità di ricostruire un modello di Stato-capace di coniugare mercato e comunità, sempre mettendo al centro la persona, non l’individuo isolato.
Di qui l’appello a un nuovo protagonismo dei cattolici nella vita pubblica, per contribuire alla nascita di un capitalismo più giusto e solidale, capace di tutelare la dignità della persona. Un impegno che non può prescindere dalla formazione culturale e dalla ridefinizione dei modelli educativi e di istruzione, a tutti i livelli. Accanto a ciò, la proposta di un’“ecologia umana integrata” come prospettiva per i giovani e per gli adulti.
Il suo intervento si è concluso con un pensiero di grande speranza, affidato a un antico detto dei partigiani romagnoli: “L’è notta, e vè a s’avedia un dè!” (È notte e, guarda, si rivede un giorno!). Una frase semplice e potente, che richiama la certezza che le difficoltà passano e che, come la notte lascia il posto al giorno, anche i tempi duri possono aprirsi a nuove stagioni di luce e di fiducia.
Tra i momenti significativi della serata, non poteva mancare la voce dell’editore, il prof. Lucio Attorre, che ha voluto spiegare al pubblico le ragioni che lo hanno spinto ad accogliere e a pubblicare questo volume dedicato a Mario Di Nubila.
Attorre ha chiarito subito che la scelta non è stata dettata soltanto da motivazioni editoriali, ma ancor più da un legame umano e personale: una consolidata amicizia con il senatore, costruita nel tempo, fatta di stima e di fiducia reciproca. Pubblicare il libro, dunque, non significava solo dare alle stampe un’opera, ma assumersi la responsabilità di custodire e tramandare un ricordo, di trasformarlo in memoria condivisa e consegnarlo alla storia, perché rimanesse vivo e fecondo anche per le generazioni future.
Con emozione, Attorre ha aggiunto che questo non è un libro chiuso, con una fine già scritta. Al contrario, si tratta di un libro aperto, che guarda al futuro: le sue pagine vogliono essere stimolo, occasione di riflessione, spunto di nuove narrazioni. Un testo che non conclude, ma che invita a proseguire, ad aggiungere nuovi tasselli alla storia collettiva che si costruisce giorno dopo giorno.
Nelle sue parole è emerso con chiarezza che il libro non è soltanto un oggetto editoriale, ma un vero e proprio atto d’amicizia e di testimonianza, capace di unire la memoria di Mario Di Nubila al cammino di chi, oggi e domani, vorrà raccoglierne l’eredità morale e politica.
A concludere la serie degli interventi è stato l’Assessore Regionale allo Sviluppo Economico, Franco Cupparo, che ha scelto di dare alla sua testimonianza un tono particolarmente personale e affettuoso. Intervenendo per ultimo, ha riconosciuto come sul libro e sui suoi contenuti fosse ormai stato detto quasi tutto. Per questo motivo ha preferito non soffermarsi sulla parte editoriale, ma aprire invece uno spazio di ricordo e vicinanza affettiva.
Cupparo ha richiamato con calore i legami profondi che da sempre uniscono la sua persona e la sua famiglia a quella dei Di Nubila, con una menzione speciale a Mario, figura centrale di questa lunga storia politica e umana. Ha ripercorso le tappe principali del suo cammino politico, intrecciandole con quelle di tanti amici che hanno dato vita, sostegno e forza alla Democrazia Cristiana e che hanno accompagnato il senatore lungo il suo percorso, citandoli uno ad uno, quasi a volerli restituire alla memoria collettiva della comunità.
Il suo è stato un intervento intenso, capace di emozionare i presenti: non solo ricordo, ma anche proiezione verso il futuro. Infatti, accanto alla rievocazione della storia, Cupparo ha posto l’accento sulla necessità di guardare avanti, con attenzione ai giovani, al mondo produttivo, agli imprenditori, veri protagonisti di un territorio che ha bisogno di fiducia e di visione per crescere.

La presenza dell’Assessore ha così assunto il valore di un segno di continuità e di affetto: verso Mario Di Nubila, verso la sua famiglia, ma anche e soprattutto verso l’intera comunità del lagonegrese-senisese che egli oggi ha l’onore di rappresentare nelle istituzioni. Un messaggio che ha unito commozione e responsabilità, passato e futuro, memoria e prospettiva.
Prima di congedare i presenti, il senatore Mario Di Nubila ha voluto affidare un suo personale messaggio di saluto e ringraziamento, che ha assunto il valore di una vera e propria riflessione finale.
Con tono cordiale e commosso ha innanzitutto espresso la propria gratitudine a quanti hanno voluto partecipare all’iniziativa, sottolineando come la loro presenza fosse per lui una conferma di amicizia e benevolenza. Non ha nascosto il proprio dispiacere per non aver potuto prendere parte fisicamente all’incontro, a causa delle limitazioni di mobilità che lo costringono, ma ha riconosciuto nell’intervento di tanti amici autorevoli un conforto prezioso, per la loro sensibilità e per la capacità di interpretare con profondità il senso del suo lungo impegno politico.
Ha tenuto a chiarire che il volume presentato non nasce da alcuna tentazione di autocelebrazione, bensì come narrazione di esperienze concrete, come resoconto doveroso nei confronti di chi, attraverso il conferimento dei mandati elettorali, gli ha consentito di portare avanti numerose iniziative al servizio del territorio. Di molte di esse si è dichiarato soddisfatto, non senza tuttavia un rammarico per alcune incompiute, tra cui ha ricordato in particolare la mancata realizzazione del ripristino della tratta ferroviaria Sicignano–Lagonegro. Un progetto al quale aveva lavorato con convinzione e che aveva visto l’approvazione di un finanziamento in Commissione Bilancio del Senato, per ben 35 miliardi di lire, poi inspiegabilmente rimasto lettera morta per inerzia amministrativa.
Nelle sue parole, volutamente prive di riferimenti ideologici, è emersa con chiarezza la radice della sua formazione politica: quella cattolico-democratica, maturata all’interno della grande scuola della Democrazia Cristiana. Una formazione che ha saputo tradurre nella convinzione che la politica debba essere intesa e praticata come strumento di servizio alla comunità civile, libera da appartenenze contingenti e da calcoli di convenienza.
Il suo messaggio conclusivo ha quindi condensato un’eredità di coerenza, passione civile e dedizione al territorio, con lo sguardo sempre rivolto all’idea di una politica che non si riduca a esercizio di potere, ma resti soprattutto strumento del fare, al servizio del bene comune.
La serata, oltre a presentare un libro, ha voluto riaffermare il valore della memoria e della testimonianza. In quelle pagine non c’è solo la storia di Mario Di Nubila, ma anche la storia di una generazione e di un territorio che continua a riconoscersi in quei principi di dedizione, onestà e servizio.
L’iniziativa si è chiusa tra applausi e strette di mano, con la consapevolezza che la figura di Mario Di Nubila rimane un patrimonio collettivo, un punto di riferimento per chi oggi ha il compito di amministrare e costruire il futuro.
A seguire vi proponiamo il video integrale dell’intera manifestazione