Mario Di Nubila
Appena qualche giorno fa nello scambio di auguri natalizi e di voti per un buon nuovo anno con la amabilità espansiva, che ti caratterizzava, celiando, quasi, su avvenimenti e microstorie della vita anche paesana, ci siamo lasciati con appuntamento a ritrovarci presto, come tante altre volte. Lungi da noi il sospettoso timore di un agguato traditore! Purtroppo l’ingiuria della morte stava, evidentemente, traguardando, iniquamente, nella tua vita con sguardo torvo! La tua solarità, il tuo modo gioviale, ma sempre consapevole, di intendere i tempi esistenziali, che ti connotavano, mi rendono ancora incredulo della notizia fattami pervenire da comuni amici, con l’angoscia di darla e riceverla da parte mia. Pensando a te, caro Pinuccio, rivado a tante esperienze comuni, non solo di vita paesana ma a percorsi di collaborazione intensa, proficua, professionale, istituzionale. Rivivo la mia esperienza politico-istituzionale, in particolare, quando ti scelsi, sicuro di non sbagliare, quale Segretario Generale del Consiglio Regionale di Basilicata, mio primo collaboratore, non solo perché sospinto da sentimenti di profonda amicizia e di apparentamento da comune origine di appartenenza, convinto, anche per questo, di poter instaurare un rapporto di sicura fiducia, della tua serietà professionale, delle tue capacità ed equilibrio autorevole di dirigenza nella complessa macchina amministrativa e politica, quale è l’Assemblea Regionale. La presenza del Dott. Filippo Console ha lasciato segni profondi di professionalità, di capacità attenta di leggere, interpretare ed applicare leggi e regolamenti, consulente giuridico di assoluto affidamento. Al rigore della aderenza applicativa alle norme sapevi aggiungere il buon senso pratico, spesso utile a stemperare irruenze e qualche intemperanza del contesto politico di parti. La tua meticolosa e scrupolosa preparazione degli atti preliminari alla formazione ed alla formulazione delle leggi e di atti normativi vari, era precisa e propedeutica efficace metodologia di approccio e di svolgimento delle tue competenze. Nel contrasto tra le parti, fisiologico nel dibattito politico, e nelle contrapposizioni di visioni di soluzioni, sapevi, con abile discrezione, dare il tuo apporto di suggerimenti dirimenti, che le norme potevano offrire, senza interferenze e senza mai venir meno o straripare dalla tua posizione di terzietà nella competenza di consulente. Di tanto autorevole correttezza ti è stato dato atto sempre ampiamente con rispetto e profonda stima. E tutto questo in un rapporto, orizzontale con i tuoi colleghi dirigenti e di gerarchia sovraordinata con i tuoi collaboratori subordinati di sempre grande collaborazione operosa, che tu sapevi suscitare. Era l’area di una forma collaborativa di grande coralità, che tu avevi saputo instaurare con i tuoi amici collaboratori, a cui sapevi offrire esempio, autorevole amicizia, mai disgiunta dal senso consapevole dei propri compiti al servizio delle Istituzioni e, quindi, della collettività. Esempio di dedizione, che contagiava proficuamente tutti i collaboratori. Elemento di centralità era il rispetto della pubblica Istituzione e del pubblico interesse. La filosofia era: consapevolezza dei propri compiti, distribuzione meditata e finalizzata di questi nei vari livelli e settori, rapporto mai disgiunto da rispetto umano, che significava garbo nella interazione propositiva ed operosa. E questo senso di appartenenza alle Istituzioni pubbliche, in particolare a quella per cui per tanti anni hai operato, la Regione, ti ha caratterizzato anche dopo il collocamento in pensione, seguendo con vivo interesse l’attività legislativa e programmatica regionale e mantenendo continuità di rapporti umani con funzionari, personale tutto, ancora in servizio, già tuoi collaboratori. La presenza oggi di tanti di questi collaboratori ed amici, che rendono testimonianza del loro affetto e stima verso di te, è segno significativo. Altrettanto significativa è la presenza del Vice Presidente dell’Associazione ex Consiglieri Regionali Filippo Margiotta, in rappresentanza di tanti Consiglieri, che ti hanno avuto loro referente ed interlocutore. Questi tratti di un rapporto istituzionale così ricco, corretto e proficuo bene si riconnettono ad una interrelazione permeata di profondo carattere amichevole ed umano, che ho vissuto insieme a te, caro Pinuccio. Un sentimento di amicizia, che va a ritroso nel tempo, al periodo gioioso dell’infanzia,del vicinato, ai giochi innocenti con i fratelli più grandi, con il povero Gigetto, il cui ricordo è sempre molto grato e vivo, seppur triste, perché non più tra noi, e tu, caro Pinuccio eri il piccolo da riguardare. E nel tempo questi sentimenti si sono arricchiti vieppiù per la capacità di apertura verso gli altri, per la tua solarità, per il tuo modo amabile di esprimere la tua amicizia e di sostanziarla di contenuti franchi, leali, rimarchevoli. Tutto questo rivivere mi fa apparire surreale la fine di una vita, la iniquità della morte, che pure è parte indissolubile della nostra esistenza e verso la quale se non c’è la forza del coraggio della comprensione, ci sarebbe solo l’alternativa della disperazione. L’accettazione,pur difficile, in senso cristiano è la realistica visione che la nostra fede ci suggerisce, pur nel rabbioso tormento, che, umanamente, possiamo avvertire nella impotenza di opporvi rimedio. Se la cristiana accettazione può essere lenimento a tale tormento, la nostra amichevole, affettuosa vicinanza ai familiari tutti, alla cara Carmelina, a Romano ed agli altri parenti sia di umano conforto.