La libertà non è cambiare padrone…

IMAGE_FILE_332678La nostra Lucania è un bene prezioso e va protetta, tutelata ed esaltata.

Qualcuno avrà letto qualche riga scritta del nostro grande poeta lucano, Rocco Scotellaro, eletto sindaco di Tricarico a soli 23 anni, il più giovane d’Italia a quell’epoca e forse tutt’ora.

Qualcuno avrà preso in mano un libro di poesie di questo piccolo e grande uomo, amico di un grande meridionalista ed economista agrario come Manlio Rossi Doria, opere strettamente collegate alla società contadina cui orgogliosamente dice di appartenere.

L’ambito letterario in cui Scotellaro si dimostrò più prolifico, fu proprio la poesia (con oltre un centinaio di composizioni), ma fu autore anche di un romanzo (L’uva puttanella), un’inchiesta (Contadini del sud), un’opera teatrale (Giovani soli) e diversi racconti, raccolti nell’opera “Uno si distrae al bivio”.

Un poeta impegnato nel civile, che rappresenta un modello culturale che va al di là di ogni retorica o di ogni forma di discussione accademica, di natura anche storica.

Un uomo di libertà, un poeta di spirito, un rivoluzionario che usa le parole con gentilezza per far risvegliare il popolo lucano e metterlo in marcia verso orizzonti propositivi e di avanguardia.

Un uomo che usa uno stile diverso dove la storia diventa tempo e il sentimento del tempo che cuce la memoria dei giorni.

Un uomo che guarda, naturalmente, al dramma dei “cafoni”, materia prima, combustibile ideologico e politico fatto di fatiche sudori attese e speranze.

Perché in questo tempo risvegliare un uomo così vi chiederete?

Perché amici lettori in questo tempo si ha bisogno di testimonianze serie ed oneste, al di là di nebulosi colori politici.

La nostra Lucania deve mettersi in cammino verso prospettive serie e vere per dare un futuro ai nostri figli che non nascono per dimostrare agli altri di essere fecondi, ma per il desiderio di una prossima generazione composta di gente che ama lavorare e ama creare un mondo ricco di prospettive concrete e di lungo respiro.

Abbiamo bisogno di linfe vere che aiutino i nostri figli a non emigrare senza ritorno, lasciandoci una nostalgia perenne nei nostri cuori e lacrime sospese nei nostri occhi, ma figli di questa terra che restino a salvaguardare i nostri usi e costumi, lasciatici con sacrifici dai nostri nonni e dai nostri padri.

Guardatevi intorno alla nostra terra depauperata continuamente da politiche sbagliate e da uomini che poco hanno d’interesse verso il proprio territorio, in alcuni casi si prostituiscono al denaro e a sirene, che sono solo virtuali.

Neanche Ulisse, pur di tornare nella sua Itaca, dalla sua Penelope, oggi avrebbe consentito ai suoi uomini, come lo fece a suo tempo, di violentare un bene così prezioso, com’è la nostra Lucania.

La nostra Lucania oggi è circondata da faciloni, ipocriti, politici che nella loro vita privata contano poco e che fanno politica solo per avere un po’ di luce dalla ribalta.

La cultura vera, quella che ti permette di vedere a due generazioni da te, è assente e smarrita e sopraffatta dalle belle cravatte e da uomini belli pettinati, che quando aprono bocca ci fanno solo preoccupare per il nostro futuro.

I rifiuti tossici venuti alla luce dopo l’ultima alluvione, la centrale del petrolio a Viggiano (ho sempre pensato che fino a quando il petrolio si cerca nel deserto può anche starci, ma cercare il petrolio in un parco nazionale o in un territorio abitato c’è da preoccuparsi), comuni abbandonati al loro destino, il problema idrogeologico, vera emergenza, e tanti altri seri problemi lasciati alla gestione di una super minoritaria Giunta regionale di sinistra, che avrebbe il dovere morale di dimettersi, poiché non avrà la forza di gestire i grandi temi della nostra Lucania.

Ecco perché dico, cari lucani, per ritornare a essere liberi di pensare e agire, dobbiamo lasciare questi padroni che ci tengono legati per paura di perdere le loro ricchezze avute dal nostro sangue.

La liberta è la mia vita, questo dobbiamo gridare, in questo Natale povero, per chi era già e per chi lo è diventato e lo diventerà.

Cerchiamo, desideriamo di stare con persone serie e oneste, testimoni di un passato sano che indichino a noi la strada per arrivare a un futuro sano.

In questo Natale non pensiamo soltanto a mangiare o recarci in chiesa soltanto per dovere morale, pensiamo a cosa fare di vero nell’anno nuovo; la sabbia nella nostra clessidra sta finendo.

Ricordo a me stesso quello che una volta disse Benedetto Croce un grande liberale: ..non abbiamo bisogno di chi sa quali grandi cose o chi sa quali uomini, abbiamo bisogno solo di più gente onesta ..

Buon Natale a tutti

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