I professionisti – gli artigiani – gli operai – le casalinghe – i contadini – gli impiegati – i negozianti. di Antonio De Minco

Antonio Fortunato
Antonio Fortunato

Nel capitolo precedente, “L’Economia”, abbiamo fatto le nostre considerazioni sugli aspetti economici degli anni ’30-’40 ricordati da A. De Minco. Oggi pubblichiamo il capitolo sull’opera essenziale e vitale dei professionisti, degli artigiani, dei commercianti, degli operai, casalinghe e contadini nell’organizzazione sociale e nel sistema operativo di quel periodo. Possiamo notare subito il grande progresso che abbiamo fatto nella Pubblica Istruzione. Siamo passati dal maestro unico delle scuole elementari alla Scuola Primaria, a quella Secondaria di I e II grado e all’Università della nostra Regione e di tutta Italia .Si può obiettare che il nostro sistema scolastico non è ancora adeguato agli standard europei, ma un punto certo è che tutti i cittadini possono accedere a ogni tipo di scuola. In quel periodo invece le Scuole Medie e l’Università erano riservate solamente ai figli dei benestanti. A Francavilla erano poche le persone che studiavano fuori: molte intelligenze venivano mortificate. Di quel periodo e fino agli anni ’80 un pò di nostalgia ce l’ho per il maestro unico. Si potrebbe aprire su questo tema un dibattito; ma ora non è il caso.

Tanti “medici” si mettono al capezzale della Scuola, ma questa non guarisce mai. E’ impensabile infatti che ogni Governo faccia una riforma della Scuola!

Un fatto è certo, come dicevo prima, che il carrozzone della Pubblica Istruzione non va e quindi richiede un nuovo assetto, ma molto profondo.

Il mondo del lavoro odierno è cambiato profondamente rispetto all’epoca del De Minco. I contadini sono diminuiti; mentre è aumentato il numero dei braccianti agricoli che lavorano nel metapontino e nei cantieri forestali. Gli artigiani tradizionali si sono estinti: è subentrato l’artigianato di servizio. I piccoli negozi dove trovavi tutto non esistono

più. Funzionano i supermercati e negozi di abbigliamento. Il settore terziario e quaternario sono sempre in forte espansione. Così pure è in espansione la popolazione non attiva: i pensionati lavoratori dipendenti e autonomi e quelle persone che beneficiano delle provvidenze assistenziali. Mentre il numero dei bambini e ragazzi è in forte calo.

Le casalinghe di oggi, pur svolgendo un ruolo fondamentale nella conduzione della famiglia, sono impegnate in maniera diversa rispetto a quelle di una volta. Basti pensare che, tra le tante incombenze, per cuocere il cibo e preparare le vivande anche d’estate dovevano accendere il fuoco dopo aver raccolto la legna da ardere. Quanto lavoro! (vedi il capitolo “Il focolare”).

Un fenomeno che preoccupa molto anche da noi è la disoccupazione giovanile e il numero crescente di quei giovani che non studiano, non lavorano e non hanno voglia di cercare un’occupazione. Prima c’erano anche i disoccupati; ma tutti facevano qualcosa per dare un aiuto alle famiglie.

E’ fondamentale invece far lavorare i giovani, perché in questo modo diamo loro la dignità, la consapevolezza che ognuno è utile nella società, la possibilità di avere quell’ autonomia economica che permette di non dipendere dai genitori e dai nonni (finché sono in vita). E poi, quando si lavora, ne trae giovamento sia il corpo che la mente (mens sana in corpore sano).

Commento di Antonio Fortunato

Dal libro

“Francavilla in Sinni” ricordi e considerazioni sulla realtà sociale, economica, politica, culturale, magica, religiosa…”

 

I professionisti – gli artigiani – gli operai – le casalinghe – i contadini – gli impiegati – i negozianti.

 

Aula di una scuola elementare a Tessera. Anni '30.
Aula di una scuola elementare a Tessera. Anni ’30.

Nell’organizzazione sociale, anche di piccole dimensioni, necessitano dei punti di riferimento, di parti essenziali che ne costituiscono il sistema operativo. Sull’operatività di tale sistema, essenziale e vitale era l’opera degli intellettuali, degli artigiani, dei commercianti, degli operai, casalinghe e contadini.

Gli insegnanti elementari producevano la cultura di base; ripulivano e sgrossavano quegli elementi che i genitori avevano, nei momenti dell’esistenza, inculcati nella mente dei propri figli. Alcuni di quegli insegnanti avevano particolari doti per la trasmissione di buone nozioni culturali, e con amore ed affetto educavano, erudivano.

I cinque anni occorrenti per completare il ciclo delle elementari, trascorrevano sotto vari stimoli e riflessioni dell’ambiente della persona. Il ragazzo dotato, non riceveva formalmente nessun indirizzo da seguire; ma solo informalmente e come atto d’amicizia, i genitori, in qualche incontro occasionale, venivano resi edotti dai maestri sulle capacità dell’allievo, ma con particolare riferimento alla condotta: aspetto privilegiato e preminente. L’insegnante elementare svolgeva un ruolo molto importante ed in una struttura, come quella di Francavilla, costituiva anche un modello di guida, capace di interpretare i fatti della vita e suggerire la soluzione di tanti problemi. Pur in apparenza, creato più dalla suggestione di classe sociale, che da reale comportamento, si fingeva una netta linea di demarcazione tra i diversi gruppi o categorie; ma in realtà esisteva un umano intreccio, tra tutti gli abitanti, da farne una massa sociale intrisa di legami di amicizia e di parentela.

Il geometra-agrimensore, unico non solo nell’aria paesana, ma anche in quella dei paesi limitrofi (strano, in tutti i paesi viciniori vi erano altri geometri) esercitava la sua professione senza concorrenza, con particolare riferimento alla progettazione di case coloniche, alla correzione ed apposizione dei confini tra le proprietà. Le case di civile abitazione venivano costruite direttamente da muratori con notevole esperienza nell’arte delle costruzioni. I problemi di statica evidentemente non si ponevano, perché tutto abbondava negli spessori e nei rinforzi interni.

Vi era un operatore giuridico, un avvocato. Ma in loco, svolgere la sua attività al massimo, il conciliatore.

C’era anche un medico condotto, che godeva, e non poteva essere il contrario, della massima stima della cittadinanza. La medicina a quei tempi, arrancava su quei modesti traguardi appena raggiunti. Prevaleva, per ogni male fisico, il rimedio lassativo. La purga (sale inglese) soccorreva tutti i mali fisici e psichici.

Gli impiegati di concetto, gli amanuensi erano pochissimi: quasi tutti impiegati presso il Municipio.

SartoI “negozianti” costituivano la categoria che era in grado di realizzare, come contropartita del prodotto o merce venduta, il denaro contante. Era pur vero che alcuni acquirenti instauravano un rapporto di fiducia che consentiva loro una dilatazione, ma restava la categoria che più disponeva di liquidità. Gli artigiani: falegname, fabbri, sarti, calzolai… producevano i loro manufatti, ma non necessariamente ricavavano sempre moneta sonante. Il baratto, come ho avuto modo di dire in altre pagine, era il mezzo più usato è confacente alle misere possibilità della collettività. Per quanto riguarda le materie prime, alcune fonti come i tessuti, il cuoio per le scarpe, il cotone, il ferro… erano nei centri industriali commerciali; mentre quella del legno era locale: Francavilla, il Comune, era proprietario di vasti boschi. Il grano prodotto dagli agricoltori non era sufficiente a soddisfare il bisogno della comunità, così come gli ortaggi, la frutta, i legumi, le patate… il centro fornitore era rappresentato dal comprensorio di Senise.

Infine, ma non ultime, le casalinghe. Umili donne, madri, collaboratrici della famiglia. Tutte armeggiavano con i ferri per la lavorazione della lana e del cotone e con quelli per la lavorazione della pasta di casa. Attendevano alla ricomposizione delle energie dei membri della famiglia e con la indomita forza dell’olio di gomito, provvedevano alla pulizia degli indumenti degli stessi. Impastavano nei grandi recipienti di legno la farina, traendone delle forme meravigliose di pane, “pitte”, calzoni ripieni di verdura ed altri farciti di salame, dolcetti vari e biscotti per i propri bambini. Era la casalinga, che con il suo quotidiano impegno, allevava un maialetto. È sempre LEI a predisporre quanto occorreva per la macellazione, che avveniva nella propria abitazione, ed alla manipolazione di tutta quella carne trasformata poi il salame, sugna, lardo, salsicce, “gnalatina” (gelatina). Era sempre ancora e sempre LEI a far raccogliere i fichi, farli essiccare e passarli al forno, farcendoli con noci o mandorle.

Ed i vasetti di marmellata, di “cotto”, vino cotto, in italiano sapa che venivano spalmate su macroscopiche fette di pane… e quanto altro ancora e poi, ancora… frutto delle mani e della mente e dell’energia di quelle carissime, quanto affettuosissime casalinghe, non bellezze ostentanti panni di valore e belletti, ma squisite virtù di amore e generosità.

 

Antonio De Minco

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