Roma (un tempo) capitale europea

 

roma_110843582Roma Capitale e’ una città destinata a non avere vita facile o vivere senza fare notizia. Inutile seguire il tracciato della storia per segnalare tale caratteristica. E’ sufficiente soffermarsi sull’ultima vicenda della crisi Capitolina e di conseguenza la fine dell’esperienza politica del Campidoglio. L’ingovernabilita’ si e’ consumata e l’intero esame Comunale e Municipale sara’ sostenuto in primavera con Elettori molto severi per ricreare un nuovo quadro poliico. Ma cosa in particolare? Una voce nuova al servizio della ragione! La gente vuole e desidera la Governabilità che è rappresentata dalla “capacita’ di valutare, scegliere e decidere“. Il capitolo del Sindaco Marino e’ chiuso al punto da condizionare le altre Metropoli in cui si andrà a votare, stante la peculiarità di Roma che rappresenta un laboratorio politico nazionale. Marino e’ stato fatto dimettere per una serie di ragioni da attribuire, allo stesso PD per non averlo sufficientemente supportato dal momento che il Renzismo, culturalmente e politicamente nella Capitale e’ inesistente. Allora, e’ possibile qualche riflessione : mentre la città cerca di curare i suoi malanni, soprattutto l’inefficienza dei servizi che, costituiscono lo specchio dei suoi problemi, e’ necessario recuperare una progettualità politica di ampio respiro tesa a salvaguardare la vivibilità della città e la qualità della convivenza: sanare zone degradate, garantire spazi verdi attrezzati, regolamentare il traffico. La macchina amministrativa e’ nel guado di uno sviluppo segnato da poche linee positive e da grandi contraddizioni. Le linee positive, solitamente, vengono dai fatti e non

Ernesto Calluori
Ernesto Calluori

dagli uomini, mentre, le contraddizioni vengono tutte dalle scelte degli uomini non politici, scelti e selezionati dall’alto per altri fini. Elaborare una strategia di sviluppo per un’area come quella Romana non significa limitarsi all’individuazione dei settori strategici su cui puntare oppure all’adeguamento dei fattori di localizzazione. E’ necessario, invece, che si individuino le forme di coordinamento e di concentrazione per elaborare uno strumento di programmazione strategica dell’intera area romana. Sono questi i temi su cui si dovrà misurare chiunque voglia gestire la trasformazione di Roma in una rinnovata e adeguata Capitale “Europea” . Per soddisfare cio’ occorre un nuovo modo di far poliica e che metta al centro “l’uomo” con le sue contraddizioni, con i suoi bisogni e voglia di vivere in un mondo vivibile. Diversamente si finisce di allargare il “particolare” dell’area personale nel quale c’e’ il rischio non di evolvere verso il politico e il sociale bensì di scivolare nell’egoismo, dell’arbitrio o dell’arbitrario . Vi sono molte ragioni per essere critici ed allarmati. Le considerazioni espresse e le conclusioni che se ne traggono sono ovvie: la crisi economica che segna il termometro dell’intera economia romana corrisponde a una crisi politica di ampie dimensioni. Ma l’ovvietà non fa sanatoria delle ragioni che stanno alla base di questa crisi.

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