Ernesto Calluori

L’occasione ci viene data da un articolo apparso sul Corriere della Sera del 29 dicembre scorso pag.5 “Urla e insulti, legge di Bilancio alla fiducia finale“. Si tratta di risse e insulti. Lancio di faldoni con immagini quasi di curva di uno stadio, con le opposizioni che invocano la discussione di merito del disegno di legge.
Per effetto della legge di bilancio la pressione fiscale salirà e i pensionati sono scesi in piazza per protestare contro la decisione di rimettere mano alla rivalutazione dei trattamenti. Una misura giudicata punitiva nei confronti di milioni di anziani a cui viene presentato il conto da pagare per fare cassa. Tutto ciò che è noto e meno noto, ci induce a riflettere che la giustizia sociale oltre ad essere legale deve essere anche morale per non generare conflitti sociali e malcontento individuale.

Tuttavia, molta ingiustizia sociale è fondata sulla legalità e non sulla illegalità. Per dimostrare il paradosso di quanta ingiustizia legale esiste è sufficiente qualche esempio: un deputato o un senatore della Repubblica oltre ad avere un congruo stipendio, ha diritto ad avere un gettone di presenza quando si presenta in parlamento per svolgere il suo ruolo, ed è tutto legale. Un operaio o un impiegato, invece, che va a lavorare con 1200/1500 euro al mese, deve far fronte a pagarsi la benzina, il pranzo e altro senza percepire alcun oggetto di presenza. Inoltre, dopo una legislatura, deputati e senatori hanno diritto a una lauta pensione, mentre chi lavora per 40 anni come i commercianti e gli artigiani non percepiscono neanche 1000 euro al mese. Tutto questo è legale, ma non è morale.