Ernesto Calluori
Le varie problematiche che il nostro Paese stava già affrontando si sono dovuti riconvertire e quelli esistenti sono stati accantonati se non amplificati, quale ad esempio, quello del lavoro.
Le rilevazioni Istat registrano la scomparsa di 129 mila contratti a termine, persi 275 mila posti di lavoro e in 485 mila hanno smesso di cercare una occupazione. La crisi che si è determinata con la pandemia si caratterizza come crisi sia della domanda che dell’offerta. La crisi ci ha evidenziato molte criticità e molti ambiti che possono costituire elementi di cambiamento delle economie e della società.
Pandemia, parola poco usata e, semmai letta qualche volta sui libri di storia che apparteneva al passato. La battaglia, invece, della vita tra un virus e l’uomo (che entrambi lottano per sopravvivere) ci ha riportato d’un tratto all’essenza dell’umanità. Intanto, è cessato uno stile di vita, quale quello di andare al lavoro, il cui cambiamento epocale è alle porte con l’utilizzo dello smart working (telelavoro) non più in un luogo fisico, chiuso e costretto dentro quattro mura. La presenza del Covid-19 ha sparigliato molti parametri e determinato la necessità di rivalutare molte strategie. Questa crisi ha amplificato il ruolo delle tecnologie digitali vuoi per la gestione dell’emergenza sanitaria ma anche come mercati di crescita e di sviluppo.
Ovviamente, il rovescio della medaglia è sicuramente dato dal fatto che, nuove realtà beneficeranno da questa crisi mentre altre scompariranno, come del resto si è verificato in ogni crisi. La riflessione che questa crisi ci offre- in tema di cambiamento- deve essere ad un certo punto razionale e guardare avanti per poter trasformare i problemi nascenti in opportunità.
I finanziamenti del Recovery fund che arriveranno, dovranno essere gestiti tenendo conto delle priorità su cui deve far leva il nostro Paese nei prossimi anni. Dobbiamo dare prova di serietà e di affidabilità. Il cambiamento è arrivato prima ancora di poter essere capito e quindi non solo è possibile ma è dovuto, a fronte dei tanti sacrifici che abbiamo fatto e di quelli che dovremo ancora fare.