Ernesto Calluori

Lo statuto dei lavoratori entrato in vigore nel 1970 è stato il documento di riferimento del mondo del lavoro in questo mezzo secolo. La battaglia della vita tra un virus e l’uomo, ci ha riportato di colpo in un mondo diverso, essendo cessato un certo stile di vita.
Facendo un passo indietro con la memoria ricordiamo – infatti – che alla fine degli anni ’80 l’Italia era diventata la settima potenza industriale del mondo e le classi sociali si stavano frantumando. Una parte del proletariato diventava piccola borghesia, mentre una fetta della borghesia diventava un nuovo proletariato che alimentavano il fenomeno di trovare nuovi sbocchi altrove, abbandonando il proprio paese d’origine da causare lo spopolamento.
Molti paesi rischiano di scomparire, altri sono dei veri fantasmi. In questi luoghi mancano le risorse umane e i giovani talenti sono costretti ad andare via. Quelli che restano fanno fatica ad andare avanti. Nei piccoli comuni a vocazione agricola è in atto un processo di svuotamento e si lotta per non sparire. Il coronavirus in questi ultimi tempi ha rivoluzionato la vita di molti italiani invitati a lavorare da casa.
Chi lavora da casa, orfano della propria postazione in ufficio, ha la possibilità di riflettere sul proprio lavoro e gestire il tempo libero in modo diverso. Riuscire ad attrarre capitale umano sul territorio sarebbe una vera ricchezza.
Il telelavoro che si basa sulla maggiore autonomia del lavoratore, sfruttando le opportunità delle tecnologie digitali, potrebbe aiutare a invertire la rotta? I piccoli comuni dovrebbero pensare a come attrarre sul territorio nuovo capitale umano e come non far scappare quello che si ha a disposizione. Come? con progetti innovativi e nuove iniziative locali da diventare un trampolino di lancio verso il ripopolamento. Le case abbandonate – ad esempio – trasformarle in alberghi per sfruttare i vantaggi di un nuovo modello di ricettività.
Il telelavoro offre un’opportunità incredibile per contrastare lo spopolamento, aumentando i vantaggi sia per le imprese che per i lavoratori nonché per la riattivazione dell’economia locale. Nei mesi che ci siamo lasciati alle spalle 6 milioni di lavoratori – e tra questi più di 1 e mezzo – di dipendenti pubblici hanno sperimentato un diverso modo di lavorare. La nuova esperienza di telelavoro a distanza dalle proprie sedi aziendali o istituzionali ha aperto interessanti prospettive nel nostro Paese. Il telelavoro è la leva per un significativo cambiamento e far sì che il Sud – cartolina dell’Italia – non sia più un posto da cui si parte ma non si ritorna, ma in cui si resta e si arriva.