Brevi considerazioni sulla vita economica e sociale del nostro Paese

Con queste righe, vorrei fare alcune considerazioni sulla vita economica e sociale del Paese, partendo dal dopoguerra, fino ad arrivare ai nostri giorni, e menzionare temi, quali la competenza e la meritocrazia che a me stanno molto a cuore.

Biagio Passatordi

Erano gli anni 50,60,70, i tempi del boom economico; i tempi in cui la gente si riversava in massa dalle campagne verso la città, in cerca di una vita più agiata.

Erano i tempi della ricostruzione post-bellica e della realizzazione di grandi opere: strade, autostrade, scuole, ospedali ed una serie lunghissima di altre infrastrutture.

Erano i tempi in cui nelle case tutti iniziavano ad avere gli elettrodomestici di uso più comune: televisore, frigorifero, lavatrice …

L’automobile si diffondeva sempre di più.

Il paese era privo di tutto: tutto si doveva costruire, produrre …, e il lavoro non mancava, nonostante vi era ancora un certo legame con il mondo antico, l’agricoltura, l’allevamento di animali, le attività di piccolo artigianato …

Il diffondersi del benessere portò, poi, al periodo del consumismo, che si protrasse fino alla fine degli anni 80.

Purtroppo, già con l’inizio degli anni 90, finito il boom delle costruzioni e delle produzioni, il paese si è ritrovo in un periodo di crisi, un periodo di forte contrazione dei consumi, di accentramento di capitali nelle mani di pochi, veri beneficiari della rivoluzione del modo di vivere e veri governanti delle situazioni socio-economiche dell’Italia.

A ciò si aggiunga che, nel frattempo, lo stile di vita degli italiani era cambiato radicalmente: vi era stata una vera rottura con la cultura precedente, che, comunque, permetteva di vivere dignitosamente e con genuinità.

La situazione è ulteriormente precipitata proprio nel momento in cui parliamo di questi fatti, con il sopravvenire di questa maledetta pandemia, che ci tiene in ansia e ci fa vivere con paura il presente e la pianificazione del futuro.

Stando così le cose, ci si accorge che qualcosa non va.

E’ argomento, attività dei nostri giorni, combattere questi terribili momenti che stiamo vivendo, con politiche di investimenti e welfare.

A questo punto, chiedo l’attenzione sul fatto e sulla competenza di chi guida l’Italia verso una nuova rinascita.

Biagio Passatordi

Non bastano proclami di investimenti di qua e di là, ma interventi mirati, ed insisto, ancora, competenti, dal punto di vista tecnico, dal punto di vista amministrativo, dal punto di vista dei reali benefici che apportano alla popolazione intera.

In altre parole, non basta il fare per mostrare che si sta facendo qualcosa, ma il fare mirato ai reali vantaggi che la popolazione può trarre dalle varie attività.

Strettamente connesso al concetto di competenza è il concetto di meritocrazia in chi amministra la cosa pubblica giorno per giorno: negli uffici, sui cantieri, negli ospedali, nelle scuole …

Non basta realizzare un’opera, istituire un servizio, che da un punto di vista dell’utilità pubblica è ineccepibile. E’necessario che questi servizi, queste opere siano amministrati ed eseguiti bene, da gente qualificata che rende massimo il beneficio per la collettività.

Un servizio, un’attività, un’opera svolti senza competenze, portano solo maggiore malessere, povertà e sperpero di risorse economiche ed umane.

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