Unione Europea non solidale alimenta nuove paure per il nostro Paese

Da queste colonne, per il rinnovo del Parlamento europeo, con il voto del 26 maggio 2019 avevamo prefigurato l’occasione per riportare il tema Europa di fronte a tutti i cittadini e agli stessi governi che non sono semplici spettatori.

Ernesto Calluori

L’occasione, inoltre, per confermare nei cittadini la convinzione che l’Europa non ha avvenire fuori dalla solidarietà europea dal momento che tutti i problemi dello sviluppo economico, sociale, culturale hanno dimensioni sovranazionali e non esistono possibilità di soluzioni nell’ambito di un solo Paese. Le nostre previsioni beneauguranti dal titolo VERSO QUALE EUROPA si sono rivelate poco lungimiranti e gli ostacoli hanno preso forma: Austria, Danimarca, Olanda e Svezia hanno delineato il loro contro-piano rispetto alla proposta franco-tedesca del Recover fund sostenuta dall’Italia, con il quale Bruxelles raccoglierebbe sul mercato 500 miliardi da ridistribuire tra i paesi più colpiti dalla crisi.

Ma se non c’è solidarietà quando arriva un’epidemia, ma che tipo è di Unione Europea? Queste posizioni riflettono la profonda sfiducia verso diversi Stati membri, in primo luogo l’Italia, circa la volontà di assicurare in futuro finanze pubbliche equilibrate. Non a caso la patrimoniale compare e scompare. Il nuovo nome è “contributo di solidarietà su iniziativa di Graziano Delrio Capo Gruppo PD, che aveva previsto per il 2020/21 un contributo a carico dei redditi elevati, quelli superiori agli 80.000,00 di Euro l’anno.

Ma l’imposta patrimoniale denominata con il nome di contributo di solidarietà è quasi subito scomparsa dalla scena e bocciata da tutti. Sono settimane che si sta diffondendo sul Web l’ipotesi che il Governo possa attuare un prelievo forzoso sui risparmi degli italiani. C’è chi la definisce la virus tax e chi impropriamente patrimoniale. In questo clima di allarmismi fa eco quanto pronunciato il 16 maggio u.sc. dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che alimentano nuove paure di un prelievo forzoso dai c/c degli italiani che potrebbe rendersi necessario a far quadrare i conti per la crisi indotta dal Covid-19 “Siamo tutti consapevoli che in Italia ci sono tanti risparmi privati” ha ribadito nel corso della conferenza stampa. Si tratterebbe di una scorciatoia per ottenere liquidità in tempi brevi. Auspichiamo che le azioni del Governo non vadano in questa direzione bensì basta con gli sprechi con una sana riforma dell’economia bloccata da lacci e lacciuoli, finalizzato ad un aiuto effettivo per le piccole e medie imprese e delle partite Iva per fugare il rischio dall’usura per chi non riesce ad ottenere finanziamenti in Banca.

 

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