Biagio Passatordi
Quando parliamo di concorrenza perfetta, parliamo di un mercato con precise caratteristiche che elencherò di seguito:
- Infinito frazionamento della domanda e dell’offerta, ossia, consumatori e tanti produttori, dei quali nessuno è in grado di influenzare il mercato
- Omogeneità dei prodotti (molto simili tra loro)
- Assenza di barriere all’entrata ed all’uscita per le imprese (libera entrata o uscita dal mercato)
- Perfetta informazione (tutti possono sapere cosa fanno gli altri soggetti e ogni comportamento è per tale motivo trasparente).
Da quanto appena detto, deduciamo che la discriminante assoluta nel decretare l’ingresso o l’uscita di un’impresa da un determinato mercato è il prezzo del bene.

Le imprese, in un mercato di concorrenza perfetta, si dicono anche price taker, cioè entrano ed agiscono sul mercato con un prezzo già stabilito.
Se un produttore vendesse il suo bene (ricordiamo omogeneo) ad un prezzo più alto di quello di mercato, resterebbe fuori.
Se il prezzo è già dato dal mercato, l’impresa, prima di entrare in esso, dovrà fare un’analisi dei propri costi.
Solo se i propri costi, dato il prezzo già stabilito, permetteranno all’offerente di percepire un utile, esso potrà entrare o restare sul mercato, altrimenti realizzerebbe una perdita.
Monopolio
- Il regime di monopolio è caratterizzato dalla presenza di un’unica impresa che opera sul mercato e detiene, perciò, la totalità dell’offerta
- Nel massimizzare il profitto, l’impresa monopolista sceglie la quantità del bene che intende immettere sul mercato ed il prezzo
- Generalmente vi sono barriere all’entrata, cioè vi sono delle condizioni che non permettono a tutte le imprese di entrare in quel particolare mercato (alti investimenti iniziali, tecnologie, vincoli di legge …)
Visto che le imprese in monopolio decidono il prezzo per vendere i loro beni, senza preoccuparsi del prezzo delle attività concorrenti (che non esistono), dirò che esse sono price maker, cioè sono esse stesse che fanno il prezzo di mercato.
Allora il monopolista di cosa deve preoccuparsi?
Se egli fissa un prezzo troppo elevato del bene, rischia di non vendere quanto desiderato e realizzerà un profitto esiguo. Se esso fisserà un prezzo troppo basso, venderà molte più quantità del bene prodotto, ma, comunque potrebbe essere lontano dal punto di massimo profitto.
La decisione del prezzo ottimale, il monopolista lo deciderà in base allo studio dell’elasticità della domanda (di cui mi sono già occupato), cioè di come varia la domanda al variare del prezzo.

In altre parole, il monopolista fisserà un prezzo che massimizzerà il profitto, e questo prezzo sarà comunque maggiore di quello che avrebbe potuto fissare in un mercato di concorrenza perfetta.
Il monopolio, per le sue caratteristiche, è generalmente vietato. Esso è riconducibile ad alcune attività svolte dallo stato, come la rivendita di tabacchi o l’attività di giochi e scommesse.
Una situazione di monopolio la si riscontra anche nell’accordo sul prezzo di vendita di più imprese, generalmente di grandi dimensioni, e che producono beni per cui vi sono forti barriere all’entrata. In questo caso, si dice che le imprese formano un cartello, cioè un monopolio di fatto che sottrae il bene al gioco della libera concorrenza.
Questi tipi di accordi sono vietati dalla legge.