Per non dimenticare l’Albania

Carissimi amici, il percorso meditativo sulle Virtù che stiamo insieme facendo in modalità virtuale (online) ogni sabato sera, creando una comunità più vasta di quel che potevamo immaginare, ci ha portato sin qua! Dove? Questa stessa domanda la posero i discepoli a Gesù che aveva loro parlato del “giorno del Figlio dell’Uomo”, quando questi (cioè Gesù stesso) sarebbe tornato, glorioso, per il giudizio finale.

bandiera dell’Albania

Essi allora, alquanto intimoriti, gli chiesero: “Dove, Signore?”. E Gesù ebbe a rispondere in modo impressionante: “Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi” (Lc 17,37). Le interpretazioni di questa risposta sono tante, io vi offro la mia, che è di tipo eucaristico. Il Signore intendeva parlare della sua salma benedetta, ormai esangue, donata sulla croce per la nostra salvezza, e noi come tanti avvoltoi ci saremmo accalcati, ieri come oggi, per nutrirci della sua carne e del suo sangue e così non morire in eterno.

Il dove siamo ci rivela, dunque, l’orbita del grande desiderio che si muove in noi, nel nostro più profondo: essere un tutt’uno con Gesù Cristo, fusi con la sua capacità donativa, con la sua perenne carità per i deboli, i poveri, e quindi per tutti gli uomini. Siamo giunti in un dove che non è geografico, temporale o quant’altro. Abbiamo sperimentato tante volte come i luoghi cambino e i tempi si esauriscano: adesso siamo qui, domani altrove, dopodomani chissà! In fondo, non abbiamo una fissa dimora neanche noi, perché troveremo la nostra (vera) casa in cielo, nell’abbraccio caldo e fragrante di un Dio che scopriremo ancor di più Padre e Madre, tanto ci ha voluti bene.

Si tratta, infatti, del dove “teologico”: senza tempo né spazio, esso è l’esperienza della potenza dello Spirito Santo che ci dilata l’interiorità, ci spalanca il cuore, ci attiva le pupille dell’anima. Quel che noi non sappiamo né vogliamo pensare, dire, fare… ebbene, lo Spirito ci dà la forza di compierlo. E siamo felici! Noi, di nostro, non riusciamo ad amare; vorremmo, ci proviamo, ma è puntualmente fare i conti col nostro egoismo, con le chiusure terrificanti che ci contraddistinguono, con la nostra insensibilità che ci divora. Sono queste le catene che ci affliggono; lo sono i nostri peccati che non ci realizzano come uomini e ci lasciano nella condizione bruta. Aneliamo alla salvezza, quella che Dio ha operato per noi nel suo Figlio. Egli ce la concederà. Il percorso di catechesi fatto insieme ci porta al dove ci piace veramente essere, nonostante tutto: nell’amore misericordioso con cui Dio si approccia a noi e all’umanità intera. Che bellezza constatare che non siamo orfani, che non vaghiamo nel nulla: ci riempie di fiducia e ci sostiene nella voglia di far qualcosa per gli altri, per chi sta indietro, per chi non ha le nostre stesse possibilità, sebbene pure noi viviamo tempi oscuri e difficili. Sono, questi, giorni amari.

Martiri del regime Alnanese

Mercoledì prossimo, con la liturgia dell’imposizione delle Ceneri, cominceremo la santa Quaresima, tempo propizio per la conversione. Sentiremo ancora una volta su quale “trinario” dovremo incamminarci per arrivare al Dove di cui dicevo prima: 1. la preghiera; 2. il digiuno; 3. l’elemosima. Pregheremo gli uni per gli altri. Ci misureremo con il digiuno, soprattutto nei 7 venerdì che ci separeranno dalla Pasqua. Raccoglieremo, secondo le nostre possibilità, il frutto del digiuno fatto e, durante la Settimana Santa, lo daremo in elemosina per costituire borse di studio a favore di seminaristi poveri dell’Albania (presso il Seminario Interdiocesano di Scutari).

don Enzo Appella

La vita nel bel “Paese delle Aquile” non è certo cambiata dall’anno scorso ad oggi, quando di persona ho potuto abitare lì per un paio di mesi, constatando le difficoltà oggettive che non avrei immaginato. Anzi, le cose si sono assai complicate per via del Covid 19, come non è difficile immaginare. Se quindi riterrete opportuno partecipare a questo gesto comunitario di cui io stesso sono responsabile, vi prego con il cuore in mano di ricordarvi ogni settimana di Quaresima di digiunare almeno il venerdì e di mettere da parte il corrispettivo del vostro pasto per questa buona causa. Dio non ci ha fatto mai mancare il suo sostegno, la sua Carità, come sappiamo. Neanche noi vogliamo dimenticarci di chi ha bisogno della nostra carezza, del nostro cuore, della nostra carità. Dando ai poveri, noi operiamo una giusta restituzione.

Vi abbraccio con affetto e chiedo al Signore, per l’intercessione di Maria, Madre della Chiesa, di benedirci.

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