AGC
INNOCENTI
Onde su onde,
radici profonde.
L’aer’e’ fosco,
un albero solo e’ già bosco.

Nei funesti giacigli,
all’ardente desio dei famigli,
gloriosi innocenti vetusti,
soli, nei tetri confini angusti.
—
Sguardo all’uscio, vana l’attesa
di veder la mano tesa
che porga una rosa, un sorriso,
…ma l’oraggio bagna il viso.
—
Sibili x gli stretti lumi,
terror per i grumi.
Dei congegni s’ode il limio,
nel duol s’invoca l’oblio.
All’amorfo diaframma di ghiaccio,
un surrogato d’abbraccio.
Occhi languidi, attoniti,
pervasiva incertezza e gemiti.
—
Barba bianca, barba bianca
tornerai alla tua panca?
—
Scrigni di saviezza e valori,
custodi di virtù ed onori;
malefica, l’onda invasiva
di voi, innocenti, si priva.
—
E voi, novizi dai desideri smodati,
bramate l’effimero, accattivati.
Mai satolli di bella vita,
sollazzo, apericena, movida.
Dell’avviso ridontante:
“orecchie da mercante”;
mentre a casa si piange, si prega,
muta il boia, dileggia e le mani si frega.
—
Onde su onde,
rapite, vanno le fronde:
una, dieci, centomila
per il cielo tutt’ in fila.
—
Barba bianca, barba bianca….
piange pure la tua panca!
—
Antonio Covino 21/02/21