Ernesto Calluori
Massimo Cacciari in un suo recente intervento si poneva la domanda così formulata “perché il Pd non è mai nato“?

Non è mai nato, rispondeva “perché nulla può nascere da energie esaurite“. Dopo cinque anni abbondanti in esilio, torna Enrico Letta e riprende la sua avventura. “Mi candido a nuovo Segretario sapendo che non vi serve un nuovo segretario ma un nuovo Pd“.
E ancora: “siamo diventati un partito di correnti e di potere, e questo non lo voglio. Perché così moriamo” .
Con questi passaggi e queste parole rivolte all’assemblea del Pd, scolpisce per i Delegati e i militanti, la svolta che intende rappresentare ai loro occhi fisicamente con il suo aspetto sobrio e convincente.
La linea è questa: “Progressisti nei valori, riformisti nel metodo, radicali nei comportamenti”. Aggiunge: Non dobbiamo essere il partito che parla dei giovani ma il partito che fa parlare i giovani. E le donne ? Il fatto che io sia qui, e non una donna, dimostra che c’è un problema e mi assumerò la responsabilità della questione. Poi, ci sono altri obiettivi che elenca: il voto ai sedicenni, il cambiamento climatico, la lotta alla pandemia, la partecipazione dei lavoratori alle imprese, ripartire dai circoli, lo ius soli da rilanciare.

L’aver scandito “ius soli” per i figli degli immigrati regolari nati in Italia, su una legge già dibattuta in Parlamento e successivamente abbandonata, si sono subito levati gli scudi da parte del Centro destra. In verità, un Segretario che si propone ha il diritto-dovere di poter dire quali siano le idee, le proposte che ne delineano il profilo, nonostante la non presenza nell’agenda del governo Draghi.

Il Pd deve essere il partito che sappia dialogare dentro e fuori, aperto e inclusivo ha chiosato con eleganza il segretario in pectore. Sette punti di programma con una rivoluzione a cui Enrico Letta punta e viene eletto segretario dall’Assemblea con 860 sì, 2 no e 4 astenuti.