on. Peppino Molinari
L’articolo 49 della Costituzione recita ”i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in Partiti per cercare con metodo democratico a determinare la politica nazionale “.
I partiti, una volta, avevano una presenza diffusa e radicata sul territorio. Anche nei piccoli comuni c’era la sezione con gli iscritti, il direttivo, il segretario ed i consiglieri comunali.
Si discuteva, si confrontava nelle assemblee sui problemi ad iniziare da quelli del territorio con i dirigenti provinciali e regionali. La classe dirigente non era improvvisata ma selezionata nel corso degli anni dalla militanza prima nel giovanile, femminile poi nella sezione ed infine nei consigli comunali dove ci si presentava alle elezioni amministrative in lista sempre con il simbolo del partito.
Oggi c’è il nulla!
La partecipazione è stata la forza della nostra democrazia!
Oggi, invece, i partiti non hanno sedi, organi dirigenti collegiali funzionanti, non utilizzano il metodo democratico delle decisioni interne. C’è l’assenza di partecipazione reale messa in crisi dalla rivoluzione digitale.
Il partito è diventato sigla elettorale!
Oggi, invece, assistiamo al conflitto permanente tra diverse partigianerie. Si è perso il senso dell’insieme, della politica come strumento di partecipazione e di coinvolgimento nel rispetto delle differenze e delle diverse posizioni.
In Basilicata i partiti sono commissariati e senza organi dirigenziali eletti democraticamente in congressi veri. Questo è il declino della democrazia e della partecipazione!…
ma come diceva Aldo Moro “Io credo nei partiti, nei partiti diversi come sono diversi gli uomini, le loro intuizioni e gli ideali che essi esprimono.”
(Nelle foto comizi Dc a Nemoli, Banzi, Brindisi di Montagna, Forenza e Rivello)