Ernesto Calluori
Senza partecipazione la democrazia si indebolisce e il cittadino si allontana dal Palazzo. Guardando i dati sull’affluenza delle ultime elezioni amministrative che hanno anche un contenuto sociologico, viene da chiedersi se i cittadini che hanno diritti e potere contrattuale ancora esercitino in pieno questo potere.
La bassa percentuale dei votanti avrebbe dovuto indurre la politica alle serie riflessioni, se si considera l’inflazione dei candidati e l’elevato astensionismo. Invece, quasi niente o troppo poco. Nelle infinite trasmissioni televisive è prevalso un unico argomento : la sconfitta del centrodestra e la scomparsa dei 5 stelle. Alla fine del periodo fascista, il popolo italiano manifestò, con la quasi totalità degli elettori, la partecipazione al voto, una fame di democrazia. Negli ultimi decenni sembra un atto facoltativo. In tutto questo, ci deve essere una ragione. Infatti, le forze politiche non competono ma si lottano utilizzando come linguaggio sentimenti e non argomenti, basandosi sui sondaggi.
Tuttavia, non si indicano con le qualifiche ideologiche, ma, con appellativi : fascisti, razzisti, berlusconiani, salviniani, grillini . I movimenti senza una base ideologica e senza il collante di ideali, nati per essere contro, non possono confermare i risultati avuti in altre occasioni. Il Paese ha bisogno di lavoro e di una particolare attenzione verso le famiglie e non di spallate che privilegiano il potere individuale in maniera demagogica. Questa breve analisi insieme a tante altre, è tesa a evidenziare il malessere nazionale che è pandemico come il coronavirus che ci rende consapevoli a chi addebitare la responsabilità che è, in definitiva,della politica ma non solo.