Ernesto Calluori
Quante volte abbiamo letto o sentito ripetere l’articolo 1 della Costituzione che così recita e riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro? Poi aggiunge: “promuove le condizioni che rendono effettivo questo diritto“.
Con il lavoro l’essere umano partecipa allo sviluppo economico, sociale e culturale della società. Papa Francesco, quotidianamente, sottolinea che nel lavoro l’essere umano esprime e accresce la dignità della propria vita.
La crisi economica colpisce in diversi modi tutti i cittadini, anche se alcuni di questi ne soffre maggiormente rispetto ad altri. Nell’Italia del Nord, dove esistono molte fabbriche, si stanno verificando tanti licenziamenti da trovarsi per i lavoratori impiegati nella condizione di “disoccupati”.
L’Italia del Sud, invece, questo problema lo ha sempre conosciuto in modo accentuato e, spesso si esaurisce organizzando delle manifestazioni per chiedere di intervenire agli amministratori locali e governativi.
Capita però che non tutti i cittadini riescano attraverso il lavoro a mantenere una dignitosa condizione di vita: o perché un lavoro non riesce ad averlo, oppure perché dal lavoro che svolge non guadagna a sufficienza.
In questi casi interviene o dovrebbe intervenire lo Stato. Chi perde il lavoro non per propria volontà ha diritto a un sussidio di disoccupazione che gli garantisca un reddito minimo; chi non può lavorare a causa di malattia o grave infortunio, riceve dallo Stato un assegno di invalidità; chi è anziano può contare su una pensione che gli passa lo Stato in base a quelli che il lavoratore ha accantonato.
Non vi sono dubbi che alcune aree presentano caratteri di criticità di vera e propria eccezionalità di cui le Autorità preposte non possono non tener conto laddove si verificano mancanze di risorse e di alternative di particolare interesse alla evoluzione sociale di questo o quel territorio.
Qui riteniamo utile – per concludere – di dare un modesto contributo a mitigare il pessimismo che regna per quei 100 lavoratori della C & P di Francavilla in Sinni che rivendicano il loro lavoro con forza e determinazione.