Ernesto Calluori
In Italia la politica, solitamente, si esprime con una sorta di equilibrio degli schieramenti mediatici: ci sono i giornalisti di destra e di sinistra che si dividono i posti nelle varie testate.

Tutto questo conferisce la sensazione di una informazione che rispetta il pluralismo. Ma il pluralismo non è sinonimo di verità. Chi si occupa allora di raccontare la verità? Nessuno! La politica come controlla il proprio Paese? Controllando l’informazione, mettendo i giornalisti in condizione di non poter scrivere quello che dovrebbero, cioè la verità dei fatti.
L’equilibrio sul quale poggiava il rapporto tra etica e politica, si è rotto, da aspettarsi di tutto fuorché lasciarsi cogliere di sorpresa. La politica oggi, è fatta di commenti sul contingente. Le divisioni non sono sull’idea di come ridisegnare il tessuto sociale, culturale e politico, soprattutto dopo quasi due anni di terribile pandemia.
Non si comprende che trasformare la politica nei “commenti” al fine di avere “consensi” ne svuota il significato e destina Il Paese a vivere in una continua quanto inutile stressante quotidianità. Ci sono ampi spazi da recuperare e sentimenti da rappresentare a misura d’uomo da proporre alla gente. Per fare tutto ciò occorre un nuovo modo di fare nonché di come informare di politica. Oggi non indirizza, non propone e non ha una prospettiva di breve o lungo termine. Amministra, spesso male, il contingente.
Ne consegue, dinanzi a questo scenario quanto sia sorda la politica! Fare politica vuol dire fare proposte articolate e concrete che risolvano i problemi reali dei cittadini, che diano certezze e garanzie istituzionali per i bisogni primari. La politica è l’arte del divenire. Essa costruisce il presente e crea le basi per il futuro.
