La lucertola Alina e Ivan… il “gatto col colbacco” (favoletta) Cap.2

(capitolo II°)

Dopo qualche giorno il ramarro ritorna a far visita alla sua amica. Si accerta che non vi sia nessuno intorno; poi con circospezione dà una sbirciatina al rifugio della lucertola.

Lucertola

«Ci sei?» Le chiede a bassa voce. «Alina, sono io, il tuo amico, affacciati un momento, non aver paura: ho da dirti qualcosa di importante.»
«Sei sicuro che non ci sia proprio nessuno nessuno?»
«Sicurissimo»
Un boato all’improvviso in lontananza interrompe la discussione.
…«Cosa è stato?» Chiede la lucertola ansiosa.
«Sta’ tranquilla, non ti agitare: il pericolo è ancora lontano»
«Ma si vede fumo, e che cos’è tutto quel fuoco?… Non mi fido troppo, vado a rintanarmi giù in fondo nel mio rifugio antiatomico» «Aspetta un momento, non avere fretta, ascolta. Mmh!… Dunque: devi sapere che ora Ivan va in giro travestito: mantello, frak, papillon e frusta del comando.

In più, ho notato che ai piedi porta un paio di stivali di pelle d’orso e in testa un maestoso colbacco per mascherare la calvizie. È per questo che ora lo chiamano “Il gatto col colbacco”. Non gli è bastata la tua coda, adesso vuole mangiarsi tutte le lucertole che vivono nella “sua terra”, dice.

E anche i ramarri. Hai nascosto le uova della covata? A lui piacciono tanto. Ne va matto. Sostiene che sono nutrienti e che lo rendono invincibile. Quelle del Don Gass poi sono eccezionali. Hai capito con chi abbiamo a che fare? Siamo in pericolo. Bisogna trovare subito il modo di liberarci di questo gatto arrogante e megalomane.

Ramarro

Ridimensionarlo e mandarlo a cacciare topi nella steppa come faceva da bambino. Da soli però non ce la facciamo, non abbiamo armi adeguate e sufficienti, dovremo chiedere aiuto a qualche Alano o pitbull.»
«Sì sì, hai ragione: mi hai convinto. Preferisco morire, piuttosto che finire nella pancia di quel gatto col colbacco.» Dice fiera Alina.
E il ramarro di rimando con enfasi patriottica: «Anch’io sono del tuo stesso parere. Su, Bella, andiamo al fronte: prendiamo la bandiera e innalziamo al cielo il canto di chi non si arrende»:

Una mattina mi son svegliato,
oh bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
Una mattina mi son svegliato
e ho trovato l’invasor.

…E se io muoio da partigiano,
tu mi devi seppellir… sotto l’ombra di un bel fior.

È questo il fiore del partigiano»
morto per la libertà!

……………………………….

Filippo Di Giacomo©aprile022

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