Ruvo Del Monte: la straordinaria Storia DC di un piccolo comune.

La storia politica della Dc di Ruvo del Monte, paese che ha dato i natali all’attuale governatore campano Vincenzo De Luca, è la storia di tanti comuni della nostra regione. Nasce nei tempi in cui l’agire in politica significava vivere, operare e ricostruire tra tante difficoltà e ristrettezze economiche.

Tommaso Patrissi

Primo sindaco Dc dal 46 al 1960 fu Pietro Musano che caratterizzò tutto il suo impegno amministrativo nella ricostruzione del paese togliendo intere aree dal degrado promuovendo un programma di opere pubbliche (costruzione di case, strade, scuole anche nelle campagne). Incisivo fu il contributo del prof. Tommaso Patrissi che per 12 anni dal 1952 al 1964 fu eletto consigliere provinciale Dc ed assessore alla sanità nella giunta presieduta da Vincenzo Verrastro.

Patrissi era una personalità di rilievo nazionale nel campo della medicina. Medico seguendo la tradizione familiare dopo aver conseguito la laurea incominciò l’attività di medico a Ruvo del Monte, San Fele, Atella e dopo un periodo in Sardegna ritornò a Potenza a svolgere il ruolo di medico provinciale e successivamente a Rovigo ed a Venezia.

Fu un profondo studioso della malaria e promosse tutte le iniziative per la lotta anti-anofele profondendo le sue migliori energie. Fu chiamato dall’alto commissario alla sanità presso il ministero degli interni con la funzione di ispettore generale fino a diventare direttore generale e ricevendo nel 1970 la medaglia d’oro al merito della sanità pubblica.

Donato Luongo

Con Picardi e Verrastro dette un notevole contributo allo sviluppo della sua area che comprendeva i comuni di Ruvo del Monte, San Fele, Rapone e Bella. All’inizio degli anni 60 alcuni giovani Dc guidati da Peppino Blasucci, Giovanni Zarrillo, Bruno Pisauro, Donato Guerra, Giovanni ed Armando D’auria, Donato Blasucci, Antonio Tita, Donato Casino, Michele Freda e Vincenzo Ciampa dettero vita all’interno del partito ad un processo di rinnovamento causando anche forte momenti di forte dialettica e divisione.

Alle elezioni amministrative detti giovani vinsero e sindaco fu eletto Peppino Blasucci. L’amministrazione Blasucci realizzò diverse opere pubbliche come la Villa comunale oggi Parco della rimembranza, strade interne al paese ed interpoderali oltre ad alcune scuole.

Peppino Blasucci

Nel 1969 la Dc si riconfermò al comune eleggendo sindaco Vito Casino ed un gruppo di giovani che comprendeva Donato Rossini, eletto nel 1981 presidente della comunità montana del Vulture e prematuramente scomparso lasciando nello sconforto non solo la famiglia ma l’intero paese.

Dal 1974 al 1983 la Dc di Ruvo si ritrovò con non pochi problemi all’opposizione e affidò la guida della sezione ad Antonio Patrissi, persona umile, semplice ma generosa che getto’ le basi per ricostruire una forte ed unita (presenza democristiana. Alle elezioni del 1985 la Dc ne uscì vincente eleggendo sindaco Donato Luongo, veterinario, Armando D’auria vice, assessori Peppino Rossini, Giovanni Zarrillo capo gruppo il tenace Donato Fortunato. Furono gli anni del fare: casa alloggio per anziani, ufficio postale, progetto di adeguamento del campo sportivo, sistemazione Monumento ai caduti, case popolari, sistemazione di diverse strade, impulso alla ricostruzione post terremoto e soprattutto la variante dell’ofantina di Vitalba realizzata grazie all’impegno di Angelo Sanza e di Giuseppe Zamberletti commissario per le aree terremotate, consentendo a Ruvo di avere due accessi sull’Ofantina.

Ultimo sindaco Dc prima del suo scioglimento nel 1990 fu eletto Peppino Fasano già segretario sezionale che portò a termine alcune opere pubbliche.

A Ruvo del Monte la Dc aveva una forte impronta popolare. I suoi iscritti ed elettori erano contadini, artigiani, commercianti, affermati professionisti, pubblici dipendenti accomunati da un progetto di promozione della persona tendente a recuperare soprattutto gli ultimi.

Tommaso Patrissi con il Ministro Zotta

La testimonianza politica come quella di Ruvo ha un indubbio valore e significato. Allora c’era passione politica oggi spesso c’è silenzio, aridità e narcisismo. Si vive solo nel presente ma se non c’è memoria non c’è futuro e speranza. Oggi c’è la necessità di riferirsi alle storie migliori come quella di Ruvo del Monte, fatta da uomini del popolo ma autorevoli per ritrovare le ragioni di un impegno politico e sociale.

(nelle foto Tommaso Patrissi, comizio a Ruvo con il ministro Zotta, Peppino Blasucci e Donato Luongo)

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