Antonio Amatucci
Il Presidente della Regione Bardi, nei giorni scorsi, ha annunciato un’azione politica forte in materia di rivendicazione delle compensazioni per le risorse idriche, di cui la Regione Basilicata è macrofornitore alla Regione Puglia.
In verità a sollecitare la vertenza, ad inizio 2022, è stata una iniziativa dell’ex Assessore Regionale Franco Cupparo, che ripropose attraverso organi di stampa ed iniziative istituzionali la questione, per molto tempo deposta nel dimenticatoio degli uffici regionali.
Indipendentemente da eventuali posizioni ideologiche, bisogna obiettivamente riconoscere la valenza positiva dell’iniziativa, che vede il Presidente della Regione rivendicare il rispetto degli accordi sottoscritti dalla Regione Puglia, che usufruisce della risorsa idrica “prodotta” in Basilicata, fornita alla contigua regione pugliese attraverso una serie di adduzioni, oggetto di periodiche manutenzioni, in virtù di vari Accordi di Programma, primo fra tutti quello sottoscritto il 5.8.1999 tra il Presidente Di Nardo, il Presidente Distaso ed il Ministro Enrico Micheli.
Detto Accordo di Programma, sancito ex art. 17 della Legge 5.1.94 n. 36 , costituisce la pietra miliare della intesa tra le due regioni e individuava, all’art. 11, una serie di opere pubbliche, poi realizzate con tempi lunghi rispetto alle iniziali previsioni, finanziate attraverso le programmazioni regionali, nonché interventi finanziari a carico dello Stato.
In quell’Accordo, tuttavia, non vi era l’obbligo da parte della Regione Puglia di contribuire al ristoro a favore della Regione Basilicata, sia per la fornitura ed il trasferimento della risorsa, sia per la manutenzione delle reti di adduzione.
Si deve, invece, alla iniziativa ed alle garanzie offerte dall’allora Sottosegretario alle Infrastrutture Guido Viceconte, la sottoscrizione dell’ Accordo di Programma del 27.5.2004, con l’allegato tecnico al Documento programmatico, a firma dei Presidenti Bubbico, Fitto, oltre che dello stesso Viceconte, che impegnava, la Regione Puglia, in qualità di soggetto utilizzatore a ristorare la Regione Basilicata, fornitore, per i costi sostenuti per garantire gli interventi previsti dall’art. 15 dell’Accordo di programma ex art. 17 della L. 36/94.
Anzi, il sottosegretario Viceconte, si impegnava, a nome del Governo, a soddisfare le obbligazioni della Regione Puglia relative agli anni 2000-2001 e 2002 per i costi relativi ad opere di salvaguardia ambientale e di manutenzione idraulico-forestali già realizzate dalla Regione Basilicata nei bacini interessati, con un finanziamento di 35 milioni di euro. (poi devolute dal Ministero dell’Economia)
Il programma, invece, che si approvava contestualmente per gli anni 2004 e 2005, delle opere necessarie a garantire la tutela della risorsa idrica per un valore di 55 milioni di euro, doveva essere finanziato con le risorse finanziate dalla tariffa all’ingrosso, applicata ai volumi erogati negli anni 2004 e 2005.
Le azioni individuate nel Programma di Interventi, a pag. 10 dell’allegato tecnico, “riguardavano la manutenzione straordinaria delle aree sensibili attraverso l’aumento della superficie boscata, il restauro forestale ed ambientale, la rinaturalizzazione degli alvei fluviali, la manutenzione dei reticoli idrografici longitudinali e trasversali”.
Quella, in realtà, fu la prima vera intesa che portò risorse alla Basilicata, che consentirono di ottenere e liberare risorse per finanziare ,con l’art. 29 della L.R n. 5 del 27.1.2005, il “Programma Straordinario di promozione dello sviluppo sostenibile nell’area del Senisese”, con cui la Regione Basilicata destinava 35 milioni di euro all’attuazione di un programma, attraverso la realizzazione di progetti di valorizzazione delle risorse turistiche, storiche ed ambientali, culturali e sportive, e per l’incentivazione delle attività di impresa nelle aree industriali e nelle aree per gli insediamenti produttivi”.
Il programma non è stato completato ( pare vi siano ancora fondi non spesi), ma molte azioni in esso previste sono state realizzate, accompagnate dalla Regione che, in taluni casi, come per gli interventi a sostegno delle attività produttive, grazie alla disponibilità ed alla vicinanza della Presidenza De Filippo, ha messo a disposizione strutture e competenze tecniche, giuridiche ed amministrative per accelerare la spesa e dare risposta ai tanti imprenditori, che poi si sono insediati nelle aree produttive del territorio, prima fra tutte quella di Francavilla.
Non è dato sapere quante risorse la Regione Puglia abbia trasferito dal 2006 ad oggi alla Regione Basilicata, né la loro utilizzazione; ai fini di una valutazione complessiva sarebbe opportuno conoscere quali e quanti impegni la Regione Puglia abbia rispettato e la loro allocazione nel bilancio regionale della nostra regione..
Nel 2016, ad Accordo di Programma scaduto, il Presidente Pittella ha aggiornato l’Accordo con la Regione Puglia e la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Da una lettura, prima facie, pare che questo ultimo Accordo sia molto più stringente di quelli precedenti, soprattutto per le finalità previste dall’art. 3, che individua sostanzialmente il potenziamento degli schemi idrici interconnessi tra le Regioni il completamento di opere incompiute la verifica di fattibilità di nuovi apporti di risorse idriche (da verificare previo il bilancio idrico), la definizione di procedure per far fronte a periodi di crisi,nonché la tutela e la salvaguardia della costa ionica lucana in riferimento all’arretramento costiero.
Insomma, pare che le risorse provenienti dalla ridefinizione della tariffa dell’acqua all’ingrosso abbiano una destinazione che amministrativamente può definirsi a destinazione “vincolata” e ciò, pur nella positività complessiva nell’intesa, non libererebbe risorse a favore di singoli comuni, da utilizzare con diversa destinazione (sanità, Welfare, servizi, riqualificazione ambientale), come sostenuto di recente in una intervista da un autorevole Sindaco ed ex parlamentare.
La delibera della Giunta Regionale n. 452 del 13.7.2022, che pure va letta positivamente, perché riserva il 64,3% del fondo costituito con le risorse rivenienti dall’Accordo alla Diga di Monte Cotugno ed il 35,7% al Pertusillo, applicando i valori percentuali di distribuzione idrica, deve ora conciliare le richiamate finalità dell’art. 3 del novello Accordo di Programma , con le finalità dell’art. 29-comma 1- della L.R n. 5/2005.
Non sarà un’operazione amministrativa automatica.
Forse occorrerà una ulteriore, indispensabile integrazione dell’Accordo, sul quale non dovrebbero esservi, però, particolari difficoltà da parte dei cofirmatari.
In ogni caso è una battaglia che va combattuto ed il Presidente Bardi in questo va supportato dall’adesione e dalla vicinanza di tutte le Amministrazioni locali del territorio.
La posta in palio è alta e decisiva per le sorti di questa nostra terra.