Intervista a mons. CIRO FANELLI vescovo della Diocesi Melfi Rapolla Venosa

Rionero in Vulture – La Chiesa di San Gerardo Maiella: Chiesa aperta…alla piazza e alla strada.

Mons. Ciro Fanelli, con questo verso alquanto esplicativo, la comunità diocesana si raccoglie intorno all’evento – il prossimo 24 giugno – della consacrazione della nuova chiesa dedicata a San Gerardo Maiella, Patrono dei Lucani su indicazione di San Giovanni Paolo II, e pure dei giovani e delle partorienti. E in un recente pellegrinaggio a Materdomini dove riposano le spoglie del Santo originario di Muro Lucano, Le è stata consegnata una reliquia da custodire nella chiesa di Rionero. Una chiesa aperta alle istanze della intera comunità diocesana, non solo del quartiere – un tempo periferico – della cittadina ai piedi del Vulture, bensì composto dall’attiguo complesso di strutture di accoglienza di ascolto di sport e cultura. Qual è il significato profondo, in chiave cristiana e anche laica, di questo grande investimento per il futuro della comunità non solo rionerese?

San Gerardo Maiella
    • Sarà dedicata a san Gerardo Maiella la nuova Chiesa con gli annessi locali pastorali. È una scelta che la Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa fece alcuni anni fa con il mio predecessore S.E. Mons. Gianfranco Todisco e il parroco don Sandro Cerone. Un sogno ecclesiale che ora si realizza; un progetto pastorale che si è concretizzato. E cadrà nella Solennità di San Giovanni Battista: quel giorno “consegnerò” non solo alla comunità di Rionero ma all’intera Diocesi e alla comunità del Vulture Melfese, un luogo sacro per l’azione liturgica ma anche una “casa” e una “scuola” per costruire legami di fraternità e di amicizia sociale, in modo particolare tra i bambini, i ragazzi, i giovani e le famiglie.

Il recupero delle periferie rimane basilare nel solco della Parola diffusa da papa Francesco: se ne occuperà il convegno a Rionero del prossimo 17 giugno con il contributo di personalità della cultura e della aggregazione.

Rionero La Chiesa di San Gerardo Maiella
    • Il quartiere rionerese della Parrocchia del SS. Sacramento, denominato ora burocraticamente “C 10”, con il solenne rito di consacrazione della nuova Chiesa, diventerà, mi auguro, il quartiere “San Gerardo”. Nella nuova Chiesa, infatti, sarà collocata una reliquia del Santo. L’auspicio è che la comunità del quartiere possa guardare a San Gerardo non solo come a speciale protettore ma soprattutto come a modello di vita, che conduce a Cristo. Le ragioni della scelta di dedicare la nuova Chiesa di Rionero a San Gerardo sono state molteplici, ma sono soprattutto legate sia al fatto che il giovane santo redentorista più volte ha attraversato i nostri paesi e sia per la grande devozione che la nostra gente nutre tutt’ora nei suoi confronti.

    • Rionero La Chiesa di San Gerardo Maiella

Il parroco don Sandro si prodiga da molti anni a favore dei giovani e delle famiglie, in simbiosi con le parrocchie cittadine. I giovani dunque sono al centro della missione ecclesiale, ma la gran parte di essi, dopo la maturità, va via per cercare lavoro altrove, e in pochi rientrano nelle proprie città. Rimane questo il punto nodale dell’impegno sociale, unitamente a quello della integrazione fra culture?

Rionero La Chiesa di San Gerardo Maiella
    • Certo, il lavoro e la dignità che esso porta rimane il centro di ogni azione comune fra istituzioni. La vita di un Santo giovane come San Gerardo può rappresentare un faro per le nuove generazioni. Con il rito della consacrazione di una nuova Chiesa, la comunità cristiana è accompagnata liturgicamente ad entrare nel mistero della Pasqua di Cristo, che è la “pietra angolare” su cui si costruisce con le “pietre vive” la comunità, corpo vivo di Cristo. L’edificio sacro e il popolo di Dio che lo anima costituiscono la vera immagine della Chiesa sinodale, in cammino verso il Regno eterno. Tutto questo sarà visibile nel rito della consacrazione e, a partire da quel momento, nella vita quotidiana della comunità cristiana. La nuova Chiesa di san Gerardo si mostrerà a partire dal giorno della sua consacrazione in tutto il suo splendore, quello di un edificio sacro architettonicamente bello, ma che è chiamato a diventare «cuore pulsante» non solo della Parrocchia del SS. Sacramento ma dell’intera comunità di Rionero in Vulture. Come ogni edificio di culto la Chiesa di san Gerardo deve raccogliere una grande sfida: realizzare un mirabile connubio tra la “chiesa di pietre” e la “chiesa viva del popolo”. La Chiesa è un complesso che deve rappresentare – soprattutto in questo tempo del cammino sinodale – un esempio di sinodalità favorendo collaborazione e stima tra le diverse realtà ecclesiali e quelle della società civile. Tutti, anche i cittadini che non fanno riferimento ad alcuna particolare espressione della fede, devono trovare accoglienza fraterna: devono trovare “una porta aperta e un fuoco acceso”!

    • Mons Ciro Fanelli e don Sandro

La nuova chiesa, le strutture attigue, saranno il centro di una rinnovata capacità di propulsione della Parola di Dio nel segno della modernità. San Gerardo Maiella sarà un faro per una Chiesa sempre più aperta.

Mons. Ciro Fanelli don Sandro

Dalla vita di san Gerardo ognuno potrà attingere motivazioni ed entusiasmo per crescere nella carità e nella santità. Insieme alla Chiesa inauguriamo, come dicevo, anche i locali di ministero pastorale, affinché questo luogo diventi realmente un “oratorio”. La Parrocchia, oggi, o diventa “oratorio” oppure perde la sua valenza pastorale. Essere “oratorio” significa tante cose: scuola, casa, famiglia, palestra, incontro, festa, impegno, relazioni. La Parrocchia, direbbe San Giovanni Bosco, deve essere fucina di “onesti cittadini” e “buoni cristiani”, di persone mature che sanno concepire la vita come un “dono di Dio” ricevuto e accolto per arricchire gli altri, soprattutto i più svantaggiati. Il mio sogno è che la Chiesa di San Gerardo e i locali di ministero pastorale diventino un luogo di incontro per tutti e che siano espressione della Chiesa “in uscita”, aperta alla piazza e strada, per raggiungere tutti ed ognuno. Inaugurare, pertanto, non basta. Il cantiere edile si chiude, ma il cantiere ecclesiale deve rimanere aperto per pensare e progettare a partire dal Vangelo sempre nuovi percorsi di crescita e di inclusione. San Gerardo, con le sue virtù umane e cristiane, potrà rendere il nuovo complesso pastorale un vero luogo di formazione e di avviamento all’autonomia soprattutto per i più giovani. La figura del giovane santo redentorista, amico del confratello ruvese, il ven. Domenico Blasucci, infatti, con il suo fascino di persona innamorata di Cristo e dei più poveri, potrà suscitare l’impegno e la responsabilità di tutti affinché questo spazio diventi la casa del quartiere, quasi il “trampolino di lancio” dei nostri giovani per realizzarsi nella vita. San Gerardo, sono convinto, ancora oggi, può parlare a tutti in modo chiaro, semplice e forte. Le parole con le quali san Gerardo lasciò la casa paterna e salutò la mamma, “vado a farmi santo”, saranno poste emblematicamente all’ingresso della nuova Chiesa: possano esse diventare bussola per tanti, spingendo tutti a saper scegliere l’essenziale, che è amare e servire.

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