on. Peppino Molinari
Il 28 agosto 1944 per volontà della Chiesa Cattolica sono nate le ACLI, promosse da Achille Grandi e il segretario Pastore. Lo scopo era quello di rispondere alla esigenza di formare ‘solidamente nella dottrina sociale cristiana i lavoratori cattolici’. L’obiettivo principale delle ACLI fu quello di promuovere l’affermazione di principi cristiani nella vita quotidiana, di formazione e di educazione spirituale dei lavoratori alla vita sindacale.
Fondamentale è l’opera di assistenza sociale attraverso la quale l’associazione si occupa dei problemi concreti dei lavoratori anche grazie soprattutto al Patronato che è operativo a livello locale con tanti volontari ed è presente in tantissime località anche all’estero dove ci sono i nostri emigranti.

Il primo congresso nazionale fu tenuto a Roma dal 25 al 28 settembre 1946 (vedi foto) e dopo la presidenza di Achille Grandi subentrò Ferdinando Storchi. Inoltre l’ACLI organizzò cooperative, casse rurali e corsi per l’addestramento professionale.

Nascevano poi le varie specializzazioni, a partire dal movimento femminile e da gioventù aclista che raccoglieva i giovani iscritti alle ACLI. Dopo il 14 luglio 1948, giorno dell’attentato al segretario nazionale del PCI Palmiro Togliatti, le ACLI non parteciparono allo sciopero generale indetto dalla CGIL contro il governo democristiano addossando all’esecutivo responsabilità morali dell’attentato, abbandonando di fatto il sindacato e rompendo l’unità sindacale.
A settembre del 1948, in occasione del congresso straordinario delle ACLI, fu promosso un nuovo sindacato ‘libera CGIL basato sul principio dell’indipendenza dei partiti politici formato da dirigenti democristiani ed aclisti.
Le ACLI negli anni 50 e 60 restano legate a filo doppio con la DC, diventano spesso una palestra di formazione di quadri dirigenti, fino al congresso di Torino del 1969 e al famoso convengo di Vallombrosa che decretarono la fine del collateralismo con la DC, ed il principio che il voto degli aclisti deve essere libero.
Subito dopo fu costituito un nuovo partito MPL (Movimento Politico Lavoratori) guidato da Livio Labor, che alle elezioni politiche del 1972 non riuscì ad eleggere alcun rappresentante, e doveva diventare il nuovo punto di riferimento politico delle ACLI.
Da allora invece è iniziato un lento declino del movimento, ma questa è un’altra storia…Anche in Basilicata furono luogo di formazione politica di quadri dirigenti di qualità e competenza, molti dei quali entrarono successivamente nella democrazia cristiana lucana. Primo presidente regionale delle ACLI Basilicata fu Emilio Colombo.
A Potenza il responsabile fu l’avvocato Giovanni Messina come presidente, il dottor Nicola Fazioli direttore del patronato e tra i promotori l’On. Michele Marotta in provincia di Potenza, Gaetano Ambrico in provincia di Matera.
Successivamente ci fu la presidenza dell’avvocato Imperio Napolitano, suo vice Antonio Potenza ed altri componenti furono il professor Gabriele D’Aragona e l’avvocato Carmelo Azzarà.
Il vero promotore, formatore, in questi anni fu l’assistente ecclesiastico Don Michele Rotundo che contribuì non poco alla sviluppo dell’organizzazione sul territorio anche attuando una circolare di S.E.
Il Vescovo di allora Mons. Augusto Bertazzoni che chiedeva a tutti i parroci di promuovere i circoli ACLI. Furono aperte molte sezioni nella provincia di Potenza e Matera e voglio ricordare quella di Melfi guidata da Felice Iannuzzi e quella di Policoro guidata da Guido Vicino.
Don Michele Rotundo di notevole spessore spirituale e teologico ne fu il vero animatore e curò la formazione spirituale dei dirigenti delle ACLI.
A distanza di 80 anni dalla nascita le ACLI permangono come vera testimonianza di quella storia indubbiamente complessa, complicata e plurale ricca di uomini,idee e valori a salvaguardia del patrimonio del cattolicesimo sociale della chiesa. La Basilicata deve essere grata alle ACLI per quello che hanno fatto e rappresentato e contribuito alla sua crescita.