Ernesto Calluori
Le immagini di guerra, che ci giungono dai luoghi più disparati del mondo e, da qualche anno dai territori, da noi non molto lontani, dominano, ormai, incontrastati gli schermi televisivi. Non solo si inorridisce davanti al numero dei morti, alla fame, alla miseria, ma si resta sconvolti per le notizie di stragi civili, donne e bambini, programmate a tavolino ed eseguite con crudeltà immediata.
Gli episodi scellerati, di cui gli organi di informazione ci danno notizia, non si contano : ieri 27 luglio “ Razzo di Hezbollah strage di giovani tra i 10 e i 20 anni “ e pare che si scenda sempre un gradino più in basso nella malvagità e brutalità. E non serve poi a schierarsi, poiché, quasi sempre, in un conflitto sono tutti i belligeranti a rendersi profondamente colpevoli. Parlare delle cause che generano la guerra non è semplice ; bisognerebbe coinvolgere nel discorso tutti i gradi di esperienza, esistenziali e psicologici, sociali e politici, che caratterizzano la vicenda umana. La politica, la religione, le tensioni sociali e mille altri fattori concorrono a fomentarla. Accanto ai motivi ideali, spesso strumentalizzati, c’è un altro livello da considerare che è quello economico. I popoli si sono sempre combattuti per estendere i propri territori, per impadronirsi di ricchezze o difendere le proprie. Le considerazioni appena fatte ci inducono a essere piuttosto pessimisti sulla possibilità di vedere scomparire la piaga della guerra, troppo forti appaiono gli interessi in ballo