Antonio Fortunato
Quando i primi insediamenti rurali divennero Universitas (comunità) di Francavilla nella prima metà del secolo XV, per i monaci certosini non essendo più possibile curare le anime degli abitanti si presume abbiano fatto ricorso ai sacerdoti.
La chiesa madre, allora più piccola, con navata perpendicolare a quella attuale, con abside posta di fronte alla porta laterale attuale, era riservata ai Certosini. Cosicché si fece ricorso in un secondo momento alla cappella di Sant’Antonio. 
 Quando i monaci lasciarono la loro sede provvisoria per trasferirsi alla Certosa, tutto il complesso situato al Fungalone divenne sede della Parrocchia. Queste notizie sono riportate nella relazione del professore Antonio Grimaldi convegno del 1989. In seguito l’edificio è stato ingrandito e da qualche secolo ci troviamo una chiesa che non ha un sagrato e una piazza antistante. 
  È una grande grande anomalia francavillese.
 L’attuale edificio è stato ristrutturato a mia memoria 4-5 volte; ma con tutto ciò conserva tutte le carenze architettoniche e gli svantaggi che presentava. Dopo aver speso circa un milione di euro per l’ennesima ristrutturazione di qualche anno fa, il soffitto a cassettoni evidenzia tutti i segni della pioggia che si infiltra dal tetto.
 Per noi francavillesi resta sempre la chiesa madre a cui ci legano tanti ricordi.
 Ritengo, come ho scritto in passato, di rifare nello stesso posto una nuova struttura recuperando i caseggiati della curia in via Mazzini, anziché costruirne un’altra in estrema periferia. Potremmo recuperare e valorizzare il centro storico e ovviare agli inconvenienti esistenti.
  E veniamo allú mùrillë. 
 Alla base dei muri della chiesa c’è un muro di rinforzo largo una cinquantina di centimetri e alto circa 60 centimetri, ù mùríllë, per distinguerlo da quello della via novavecchjë, ù múraglǰonë.
 Ù mùrillë è un posto ideale per fare una pausa, per incontrare persone e raccontare fatti del paese oppure notizie dell’Italia e dal mondo. Ricordo che si formavano gruppetti di persone e in ogni gruppo c’era la persona che parlava di più e che veniva presa in considerazione. Una persona che ricordo molto bene per essere prete e di statura alta è don Nicola Maria Messuti. Era comunista, in contrapposizione a monsignore Fiordalisi per essere molto popolare tra i lavoratori,a detta di molti. Si sedeva prima di svolgere le funzioni religiose. Altre persone all’epoca anziane sono: Pietro Di Nubila, sarto, comunista e consigliere comunale nel 1948, non aveva buoni rapporti di amicizia con Vincenzo Console, tabaccaio; e per questo ci mandava a comprare per 15 lire due Alfa e due fiammiferi. Antonio Marziale, muratore; Durante Giambattista, à fànatëchë, sarto che utilizzava una cordicella per prendere la misura dei pantaloni e delle giacche; Luigi Lo Fiego, falegname; Calcagno Antonio; carcagniéllë, operaio e volontario nella guerra civile di Spagna; Di Giacomo Luigi; vëcchjonë, proprietario di traini e muli; Raffaele Maurella, muratore; Febbraio Luigi, autista; Antonio Cupparo, capocantoniere;
  Recentemente il muretto non è frequentato, il rione si è spopolato. In estate si anima il vicinato per il rientro in vacanza di alcuni francavillesi, tra i quali il chiarissimo professore Renato Di Nubila e famiglia. Il professore frequenta il muretto per rievocare la sua infanzia, ascoltare aneddoti paesani, circondato dell’amicizia e affetto dei vicini che soddisfatti ascoltano le discussioni più varie che il professore intavola con chiarezza e sobrietà. In poche parole è un arricchimento per noi amici ascoltarlo. Notiamo di anno in anno che rientrano in paese per le vacanze sempre meno nostri compaesani. 
 Invece ù mùrillë è sempre occupato, ahimè!!, quando c’è un funerale: molti uomini non entrano in chiesa e aspettando seduti si alza un vocio per le discussioni…immaginate voi le conseguenze!
    

