Il valore dell’Informazione oltre gli attacchi terroristici

eb0fa668cc070f3abe72945f52dfbc0e-362x272Lo spietato attacco terroristico compiuto a Parigi contro il settimanale “Charlie Hebdo”, non può che suscitare il massimo orrore e la massima condanna per le vite umane stroncate. Ma la scelta di colpire un giornale, il suo direttore, i suoi redattori, coloro che ne permettono con vari compiti la realizzazione e chi lo difendeva come tutore dell’ordine deve inquietare e mobilitarci, se possibile, ancora di più.

La libertà di espressione, quella sancita anche dall’articolo 21 della nostra Costituzione – «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure» – non significa licenza di offesa, ma resta uno delle conquiste e dei baluardi fondamentali della nostra civiltà cristiana e liberale. Oggi è stato messo nel mirino dei fanatici, quale che sia la loro ispirazione omicida e totalitaria, “Charlie Hebdo”. Domani potrebbe toccare ad altri mass-media, “rei” di non allinearsi a quelle ideologie. Siamo attoniti e increduli per questo attacco che punta a minare la libertà di manifestazione del pensiero, dell’espressione e di stampa.

Però dobbiamo riconoscere che se da un lato non si può uccidere in nome di Dio, dall’altro lato non è lecito ridicolizzare o banalizzare la religione altrui.

Oggi si parla molto di libertà di pensiero, di libertà di coscienza, di libertà di culto. Se con queste parole si intende che la religione, la verità ed il bene non possono essere imposte con la violenza, è giusto perchè Dio vuole il nostro libero ossequio; ma se con queste parole si intende affermare che ciascuno è libero di pensare e di agire come crede, anche contro la legge di Dio e la coscienza, di professare la religione che gli piace o anche di non professarne alcuna, allora siamo fuori strada. La libertà di pensiero è giusta nel campo della scienza e nelle materie disputabili, ma non contro la verità certa. Non si è liberi di affermare che due più due fanno cinque se non si vuole essere degli sciocchi. La libertà di coscienza affermata come indipendenza dalla legge morale è lo stesso che affermare l’anarchia e la licenza. Rivendicare una libertà contro la legge è come voler togliere le rotaie al treno, gli argini ad un fiume. La libertà di religione non si capisce perchè se c’è un Dio solo non vi può essere che una sola religione vera con la quale deve essere adorato.

liberta-stampaAllora spazio alla libertà nei suddetti ambiti, spazio all’informazione.

L’informazione batte ogni giorno alla nostra porta e noi finiamo col conoscere le cose e gli avvenimenti della società meglio di quello che ci riguarda personalmente. Anzi siamo spesso informati molto bene su cose che non hanno alcuna importanza e dimentichiamo di informarci su quelle che lo meritano. Il motivo di tutto questo risiede nel fatto che chi fa l’informazione non siamo noi, ma chi ci propina le notizie ed ha quindi la possibilità di stabilire una scelta che noi siamo portati a subire passivamente. Informarsi va bene: è una necessità. Non si può vivere nel mondo se non si sa che cosa succede intorno a noi: non si può dare il proprio contributo alla società se non si conosce la situazione in cui essa si trova. Perciò l’informazione è preziosa, anzi indispensabile e sarebbe un grave errore rifiutarla per principio.

E’ doveroso quindi anche usare i mezzi d’informazione che ci vengono offerti dalla stampa alla radio e alla televisione fino ai vari incontri e convegni indetti per presentare i problemi del momento. Ma rimane sempre la necessità di non soggiacere passivamente all’informazione e alle scelte che gli informatori ci propinano. Non si può conoscere tutto: è letteralmente impossibile. Bisogna perciò fare delle scelte per non sprecare inutilmente il tempo e per non falsare la scala dei valori in cui crediamo. Perciò c’è modo e modo di informarsi, tanto più che non è difficile comprendere che gli strumenti di informazione sono per molti un mezzo per influenzare l’opinione pubblica.

Dobbiamo scegliere tra i mezzi d’informazione. La scelta sarà dettata dai principi a cui si ispira la fonte informatrice, perché la notizia può essere presentata in modi diversi a seconda di chi la sceglie e diffonde. Il cittadino deve quindi informarsi anzitutto da chi viene l’informazione e sottoporla sempre ad un esame critico che gli consenta di distinguere il vero dal falso o dagli orpelli che tendono a falsarne i contorni. D’altro lato, anch’egli, il cittadino, deve informare. Non può limitarsi a ricevere: deve anche dare. Dovrà informare gli altri con la discrezione e con il discernimento che gli consenta di divenire veramente utile agli altri, e non un semplice trasmettitore di notizie prive di un significato e ridotte a pura esteriorità. Solo così l’informazione potrà avere un significato positivo e divenire un valore per tutti: per chi informa, per chi riceve, per chi trasmette.

I mass-media hanno una grande importanza nello sviluppo della persona umana. Però essi sono a servizio dell’uomo, e del bene comune. Sono dei mezzi e non dei fini. Sono mezzi di comunicazione e come tali essi devono sempre rispondere, nel dare contenuto a verità e nel rispetto della giustizia e della carità.

L’informazione non può essere neutra di fronte a problemi e situazioni che a livello nazionale e internazionale sconvolgono il tessuto connettivo della società, come la guerra, la violazione dei diritti umani, la povertà, la violenza, la droga, l’emergere di inauditi fenomeni e disegni di destabilizzazione, di fanatismo e di imbarbarimento, fino alla selvaggia persecuzione dei cristiani.

Per concludere, necessita spezzare la logica di un sistema culturale perverso, di intolleranza e di disprezzo reciproco, di cui si subiscono le perversioni e le gravi conseguenze, proponendo un’alternativa credibile che riaffermi i valori evangelici della fraternità, della comprensione e del dialogo, nonché della massima prudenza e vigilanza circa eventuali nuovi attacchi terroristici.

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