Beatrice Ciminelli
In un libro-inchiesta, Prigionieri dell’Islam, Lilli Gruber racconta cosa ha visto all’interno della moschea di Centocelle a Roma. Lì si distribuisce un decalogo della “Dignità della donna nell’ Islam“, un volume che lei ha definito orribile e dopo aver chiesto spiegazioni ai presenti, ha sentito frasi come “lo sperma dell’uomo lascia un’impronta biologica che ha bisogno di tempo per essere assorbita” e “una donna potrebbe avere rapporti con un nuovo marito soltanto dopo il terzo ciclo mestruale. In anticipo, rischierebbe il cancro all’utero”.
E questo è il minimo. Prigionieri dell’Islam è dunque un’inchiesta sul triangolo che ha cambiato le nostre vite: terrorismo, migrazioni, integrazione.
Come siamo arrivati ad una penetrazione così capillare dell’Islam politico in Europa?
Cosa è accaduto alle nostre democrazie dopo svariati anni di benessere e conquiste di diritti?
Il modello multiculturale non sta funzionando e si estende sempre più il fenomeno che la saggista Gisèle Orebi definì “Eurabia”, un suo specifico conio per indicare il processo di islamizzazione che l’Europa ha subito in nome di interessi economici con il mondo arabo. Un intreccio perverso di affari che attanaglia le democrazie moderne, rendendole deboli rispetto al terrorismo. Tutto ruota intorno al concetto di dhimmitudine, che in arabo indica lo status giuridico dei non- musulmani che vivono in un sistema politico governato dal diritto islamico, ai quali si chiede di sottomettersi, in quanto infedeli, ad una condizione di umiliazione, in cambio della promessa di protezione (dhimma).
L´antico universo della dhimmitudine, con la sottomissione e il servilismo come pegni di sopravvivenza, è stato ricostituito nell’Europa contemporanea. Noi cristiani d´Europa, con il dilagante filoislamismo, cerchiamo protezione. Anzi, viviamo già come dhimmi. Siamo stati Charlie. Siamo stati Paris. Siamo stati Bruxelles.
Tante fiaccolate e nessuno che si strappi il chador nella tenda dell’ayatollah Khomeini. Londra diventa provincia dell’Islam. Scenderemo nel gorgo muti.