Ernesto Calluori
Ormai superano la dozzina quelli che hanno manifestato la volontà di candidarsi alla carica di Sindaco. Si vota il 3 e 4 ottobre e, i romani dovranno scegliere a chi consegnare le chiavi della città dopo l’eventuale ballottaggio fissato il 16 e 17 ottobre.

Il bis della sindaca Raggi viene conteso dagli altri tre candidati a partire da Gualtieri voluto dal centrosinistra, Michetti candidato dal centrodestra fino a Calenda leader di Azione.

Nonostante la corsa verso le elezioni da settimane, dei programmi non si intravedono nemmeno l’ombra. Il tema che meglio riesce ad appassionare questa campagna elettorale, consiste nel fatto se Virginia Raggi riuscirà a farsi rieleggere per il secondo mandato.

In questo ultimo mese, certamente, ci sarà la corsa a una miriade di programmi, proposte, promesse, accordi, strette di mano, ma soprattutto polemiche tra i vari candidati. E’ ovvio che il bersaglio principale sarà colei che ha governato negli ultimi cinque anni per i problemi irrisolti che affliggono la capitale.

Governare Roma non è per niente facile. Prova ne sono stati i predecessori che hanno lasciato montagne di debiti e una città nel guado di uno sviluppo segnato da grandi contraddizioni che sono derivati dalle scelte e da un modo di fare politica.

L’elettore romano a questo punto si chiederà se è meglio altri cinque anni con la Raggi o cinque anni con uno di questi suoi rivali. La partita è aperta da sembrare un referendum a vantaggio della Raggi anche se il Movimento 5 Stelle non è più quello di allora.
Tra gli avversari non c’è nessuno che si presenti con carisma tale da chiudere ogni possibilità di rielezione per la sindaca Raggi. La nostra riflessione si concentra, invece, sul fatto che la gente vuole e desidera la governabilità la quale si attua attraverso la capacità di valutare, scegliere e decidere.

Non si può più pensare di amministrare Roma e i 15 Municipi nel senso più lato, ignorando che il mondo è cambiato. E’ necessario individuare le forme di coordinamento per elaborare uno strumento di programmazione strategica per l’intera area romana.
In questo quadro, senza squilli di tromba, con lo sguardo oltre la linea dell’orizzonte dove finisce la luce di una città unica al mondo, il futuro è nel cuore dei quartieri, delle borgate, delle periferie vicini ai problemi della gente.