Femminicidio: fenomeno inquietante

Il Tg 1 di questa mattina 21 sett. delle ore 7,00, riporta come prima notizia “ulteriore femminicidio con la 81nesima vittima a Battipaglia (SA)“.

Ernesto Calluori

I fenomini di questi giorni danno il segno di un comportamento sempre più preoccupante e non più ritenuti privati al punto da assumere una rilevanza mediatica da non riuscire a debellarli, forse per sfiducia nelle istituzioni. Non si comprende come sia possibile, nonostante, tutte le misure prese fino ad ora a non fermarli. Si assiste, quasi, ogni giorno alla morte di una donna per mano di un marito, di un compagno, di un fidanzato, nel nome dell’amore.

Questa mattanza sembra non avere mai fine.

La violenza sulle donne risulta essere un fenomeno in evoluzione e le misure intraprese non sono state sufficienti ad arginare il fenomeno. Bisognerebbe “prevenire” anziché “intervenire” dopo. Non si tratta di “amore malato“ ma di possesso.

Nel caso della bigenitorialità con padri violenti e aggressivi, nonostante la legge 54 del 2006 voluta e mantenuta per il bambino ad avere un rapporto di applicabilità con entrambi i genitori, si registra, molto spesso, la inosservanza a senso unico con errata interpretazione della legge anche da parte di alcuni Tribunali.

Oggi, parliamo di responsabilità, per cui, nonostante la nascita di un figlio e il rapporto non migliora da far recepire un cambio di marcia, la bigenitorialità esplode da diventare patologica ed egocentrica. Quanto accaduto a Marisa Leo fa testo! Cosa scatta nella mente di tali soggetti che non si rassegnano all’abbandono da ridurre le donne vittime di violenza ad accettare passivamente soprusi da parte dei loro uomini che, nel nome dell’amore le costringono a vivere isolate dal mondo che li circonda?

Interroghiamoci su questa problematica! Alle istituzioni si richiede un maggiore impegno per far sì che la violenza sulle donne non faccia più parte della cronaca quotidiana ma avere la certezza della pena per omicidi così efferati. Inoltre, impegnarsi a rimuovere tutti gli ostacoli culturali, economici, giuridici e sociali, affinchè ogni donna possa scegliere come e quando interrompere una relazione malata.

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