Antonio Capuano
All’età di novant’anni compiuti don Camillo Perrone è tornato alla casa del Padre e degli Angeli, che certamente lo hanno accolto nella gloria del Paradiso. La sua umiltà e il suo amore per il prossimo erano immensi: onesto e silenzioso, non incuteva alcuna soggezione alle persone che incontrava, relazionandosi con la massima educazione e riservatezza.

Pochi giorni prima della sua dipartita, consapevole di essere alla fine della sua vita, ha chiesto di incontrare me insieme ad Antonio Amatucci e Giuseppe Di Giacomo. Ci ha salutato con il suo dolce sorriso, trascorrendo quel breve tempo a parlare di cultura, nonostante i dolori delle piaghe. Mentre parlava con noi, seduto sul divano, lentamente scivolava verso il basso e mi invitava a rialzarlo dicendomi: “Fai piano!” Volevamo restare con lui poco tempo per non stancarlo, ma lui ci incoraggiava ripetendo: “Dovete restare assai, assai”. La nostra compagnia lo riempiva di gioia. In quel breve e piacevole incontro, don Camillo era l’uomo più felice del mondo, per lui gli amici contavano più di tutto.
Era il prete dei giovani, dei ragazzi, delle persone anziane e soprattutto degli ammalati, che visitava ogni giorno, dando loro conforto con le sue rassicuranti parole. La sua prestigiosa figura manca tanto ai Sanseverinesi e ai suoi tanti amici. Il suo ricordo resterà eternamente in noi. Quando vado a San Severino, lo immagino seduto tra la gente sulle panchine accanto alla Chiesa o immagino di incontrarlo lungo il corso, che negli ultimi anni percorreva a passo lento per andare in Chiesa.
Don Camillo ha dedicato la sua vita agli altri, tutto quello che durante il suo Sacerdozio ha ricevuto dalla comunità, con umiltà e saggezza lo ha reso alla comunità.
In un terreno di sua proprietà e con l’acquisto di qualche altro appezzamento limitrofo, ha costruito il grande Centro Parrocchiale con sala convegni e la Casa Canonica.
Don Camillo in tutta la vita ha seguito le orme di Mons. Carmelo Fiordalisi, Parroco indimenticabile della comunità di Francavilla per quarant’anni, al quale era tanto affezionato e che affettuosamente lo chiamava:”Camilluccio”, poiché era più giovane. La comunità di San Severino e tutti noi amici ci dobbiamo adoperare per ricordare e rendere omaggio a questo Sacerdote, che è un grande modello per tutti.
Io credo che il miglior modo per onorare la sua memoria sia una pubblicazione dedicata alla sua persona.