Ernesto Calluori
Quasi ogni aspetto della vita contemporanea dipende dall’energia e dal suo sfruttamento; le attività della società sono possibili grazie al modo in cui l’energia è stata impiegata.

Una brusca mancanza di energia o anche una sua minore disponibilità, comporterebbe una paralisi quasi totale della vita sociale con effetti disastrosi. Intorno al suo impiego girano interessi notevoli: si muovono governi ed eserciti, si combattono guerre e spesso, si accettano compromessi.
Alle fonti più antiche di energia data dalla combustione di legno, carbone, metano, gas, petrolio si sono affiancate l’energia elettrica e quella nucleare. Le riserve non sono inesauribili, e questa constatazione implica la necessità di trovare fonti di energia alternative che siano, almeno in parte, capaci di soddisfare il fabbisogno mondiale.
Le notizie a tale riguardo si susseguono con crescente e allarmante frequenza sotto gli occhi di tutti. Il problema che si registra sui prezzi del gas è strettamente legato a quello dell’energia elettrica e riguarda il funzionamento o le disfunzioni del mercato in Europa.
Intanto i Russi chiudono i rubinetti a prezzi da record, mentre la Bielorussia ha minacciato di bloccare le importazioni di gas verso l’Europa come rappresaglia alle sanzioni imposte dall’Ue. Lo scenario è seriamente preoccupante e si corre il rischio di paralizzare l’attività economica e sociale già provata dalla pandemia. Le logiche di queste dinamiche si intrecciano e la guerra in Ucraina non ha ripercussioni solo sul settore energetico ma anche sui prezzi di pane, pasta, farina. Per concludere , affermiamo dunque che occorre la lungimiranza delle scelte verso una seria diversificazione energetica da lasciare alle generazioni future un mondo più vivibile.